A marzo il debito pubblico è salito di 17,8 miliardi rispetto al mese precedente, sfiorando i 2.790 miliardi e toccando un nuovo record a 2.789,8 miliardi dai 2.772 miliardi di febbraio.
Lo comunica Bankitalia precisando che il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (31,3 miliardi) e l’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (0,4 miliardi) hanno più che compensato la riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (13,9 miliardi, a 29,4).
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, la Banca d’Italia precisa che il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 18 miliardi, mentre quello delle Amministrazioni locali è diminuito di circa 0,1 miliardi.
Il debito degli enti di previdenza è rimasto invece sostanzialmente stabile.
Alla fine di marzo la quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia era pari al 25,8 per cento (dal 26,2 per cento del mese precedente); quella detenuta dai non residenti era pari a febbraio (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) al 26,6 per cento.
A marzo la vita media residua del debito (quanti anni mancano mediamente alla scadenza di tutte le emissioni) è rimasta stabile a 7,7 anni.
Andamento debito pubblico italiano nell’ultimo anno