Giancarlo “Picchio” De Sisti compie 80 anni oggi, vicecampione del mondo a Messico ’70 e campione d’Italia con la Fiorentina nella stagione 1968-69, è stato ospite di Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1. Centrocampista nella partita più amata della storia del Belpaese: Italia-Germania 4-3.
Pelé il più grande di tutti? “Ahimé sì, penso sia il più forte di tutti. A parità di qualità con Maradona, Pelè aveva il colpo di testa ed era ambidestro. Secondo me, questo caratterizza la completezza di un campionissimo rispetto a un altro campionissimo”.
Ricordo più nitido della finale mondiale del ’70: “La squadra ha lottato fino al 71esimo minuto, poi è crollata dopo il 3-1 del Brasile, lì tutte le resistenze si sono fiaccate e la delusione andava ingigantendosi, anche se eravamo consapevoli di aver fatto un risultato importante”.
Parla del nostro campionato: “La continuità – aggiunge De Sisti – manca a diverse squadre. Il livello è discreto, anche se non come quello visto ai Mondiali: in Qatar sono cresciute le nazionali piccole, quelle grandi invece hanno deluso. Complessivamente non si può dire che stiamo vivendo un momento di smalto. Speriamo che le italiane vadano bene in Europa, in Italia il Napoli gioca meglio di tutti”.
I problemi del calcio italiano e della Nazionale: “In Italia non si punta troppo sui giovani, anche se mi risulta che la federazione stia facendo una selezione capillare, Mancini sta lavorando piuttosto bene. Però le mancate qualificazioni ai Mondiali sono stati due colpi al fegato, un paese calcisticamente grande come l’Italia non può rimanere fuori”.
Quale caratteristica del calcio di oggi avrebbe voluto attraversare nel calcio di qualche anno fa? “Se non mi riconoscessi allo specchio, direi gli stipendi. Ora si gioca un calcio più veloce, più allenante, le metodologie sono cambiate. Il calcio è cambiato molto nella propria essenza, sia dentro che fuori lo stadio. Quasi si può parlare di un’altra disciplina”.
La Roma di Mourinho “è una squadra potenzialmente forte, a volte è un po’ troppo nervosa, anche a lei manca la continuità. La forza c’è, la squadra c’è, in alcuni settori è davvero forte, però delle volte non riesce a combinare come con la Cremonese o come nella partita di ieri, dove il Sassuolo ha giocato benissimo”.