Deduzioni delle spese effettuate per poter lavorare anche a favore dei lavoratori dipendenti. Razionalizzazione del numero e dell’entit delle aliquote dell’imposta sul valore aggiunto (Iva). Riscrittura delle accise sui prodotti energetici e sull’elettricit in modo da tener conto dell’impatto ambientale di ciascun prodotto, cio favorendo l’energia e i carburanti verdi.
Sono alcune delle novit che fanno capolino nella bozza del testo della legge delega al governo per la riforma fiscale, sul tavolo del Consiglio dei ministri domani. Spicca anche il fatto che non sia menzionato espressamente del dispositivo su 18 articoli e trenta pagine il passaggio da quattro a tre scaglioni dell’imposta sulle persone fisiche (Irpef), al quale il ministero dell’Economia chiaramente pensa. Al suo posto si parla di una transizione del sistema verso l’aliquota impositiva unica che, a parole, ha tutta l’aria di essere il proclama della flat tax sui redditi personali come obiettivo (teorico) della riforma fiscale. Ma ecco alcuni dei passaggi della bozza della delega, in attesa di vedere se essa sar confermata e varata dal governo.
Una sorpresa della delega senz’altro all’articolo 5, comma 2.2: La possibilit di consentire la deduzione dal reddito di lavoro dipendente e assimilato, anche in misura forfettizzata, delle spese sostenute per la produzione dello stesso. Insomma un impiegato o un operaio dovrebbero poter dedurre dal loro imponibile Irpef, per esempio, il costo in trasporto pubblico o privato di recarsi al lavoro. Nei redditi su cui si possono applicare detrazioni, deduzioni o benefici a qualsiasi titolo si contano anche quelli assoggettati ad imposte sostitutive. In sostanza chi gode degli sconti fiscali della cedolare secca sugli affitti, potr aggiungere ad essi gli altri benefici.
Spicca poi il fatto che, appunto, non si parli dell’obiettivo delle tre aliquote Irpef. Ci si propone invece la revisione e graduale riduzione dell’Irpef, nel rispetto del principio di progressivit e nella prospettiva della transizione del sistema verso l’aliquota impositiva unica. Insomma una Irpef fatta a forma di flat tax, almeno come bandiera. Pi sotto (articolo 5 comma 2.1) si conferma implicitamente l’obiettivo quando si parla di progressiva applicazione del medesimo carico impositivo Irpef, indipendentemente dalla natura del reddito prodotto: cio valida per lavoratori autonomi come per i dipendenti. L’impressione che nel governo su questo punto sia in corso un difficile confronto, con la Lega che cerca di salvare il vessillo della flat tax. Al contrario Maurizio Leo, il viceministro dell’Economia di Fratelli d’Italia che ha curato la delega, sembra concentrato sui tre scaglioni Irpef.
Si cita poi una imposta sostitutiva dell’Irpef su tutto il reddito incrementale superiore a quello pi elevato di uno dei tre anni precedenti. E anche un regime peculiare per i dipendenti che agevoli l’incremento di reddito di un anno rispetto all’anno prima. In sostanza, nella delega la flat tax incrementale viva e vegeta. Non indicato invece alcun incentivo fiscale alla produttivit del lavoro, vero male quarantennale dell’economia italiana. Tutto questo naturalmente costerebbe molto o moltissimo, a seconda di come si fa.
Ma riguardo alle coperture la delega si limita ad indicare un intervento sulla giungla delle 720 misure di agevolazione fiscale di cui crivellato il sistema. Senza troppi dettagli, se non per salvaguardare la famiglia e le sue spese. Si parla di riordino delle deduzioni, delle detrazioni e dei crediti d’imposta con particolare riguardo al nucleo familiare, alla tutela del bene casa e di quello della salute delle persone, dell’istruzione, della previdenza complementare, nonch degli obiettivi di miglioramento dell’efficienza energetica e del rischio sismico del patrimonio edilizio esistente. Insomma anche i bonus-casa sembrano al riparo dai tagli.
Pochi i dettagli anche su come cambier l’imposta sui redditi delle societ (Ires). Qui si parla solo di riduzione dell’aliquota in caso di impiego in investimenti, con particolare riferimento a quelli qualificati, e in nuove assunzioni, di una somma corrispondente, in tutto o in parte, al reddito entro i due periodi d’imposta successivi. In sostanza si detassati subito se ci si impegna a fare investimenti o assumere nei due anni prossimi. Per non sono specificati i tipi di macchinari o le categorie di lavoratori da incentivare. N chiaro cosa succede se, magari per un cambio del quadro economico, l’azienda ferma i suoi piani di spesa. La misura spinge nella (giusta) direzione di avere pi investimenti, ma anche qui il costo per l’erario pu essere elevato. La bozza parla poi di rimodulare le accise per tener conto dell’impatto ambientale e promuovendo l’uso di prodotti energetici da biomassa o rinnovabili. Chi inquina meno, paga meno (o viceversa).