Investimenti in crescita del 4,7% a 313 milioni per Snam nel primo trimestre 2023 (+4,7% rispetto al primo trimestre 2022), chiuso con ricavi totali a 912 milioni (+12,9% ), un margine operativo lordo adjusted a 597 milioni di euro (+1,5%) e un utile netto adjusted in calo a 301 milioni per – si legge nella nota – il venir meno dei proventi one-off. Nel primo trimestre 2023 – ha commentato il ceo Stefano Venier – abbiamo ottenuto solidi risultati anche a fronte di un contesto che permane volatile con tassi di interesse in crescita. Abbiamo incrementato il livello degli investimenti nel periodo, anche per l’intensificarsi dei lavori nei cantieri in vista della messa in esercizio della nave FSRU Golar Tundra, dallo scorso 5 maggio in fase di commissioning. Approcciamo il prossimo inverno con un sistema energetico molto pi solido e resiliente grazie agli stoccaggi gi pieni al 65% e agli interventi infrastrutturali per la sicurezza in corso. La solida performance economico-finanziaria del primo trimestre ci consente di confermare i target a fine anno.
Investimenti tecnici
A beneficiare degli investimenti stato anche il nuovo rigassificatore di Piombino. Ben 308 milioni sono tecnici (+38,1%) e sono relativi principalmente al settore trasporto (213 milioni), stoccaggio (41 milioni ) e rigassificazione (39 milioni), mentre gli investimenti dei business legati alla transizione energetica sono risultati pari a 12 milioni di euro. La societ che gestisce la rete di trasmissione del gas e che ha comprato le due navi rigassificatrici per permettere all’Italia di essere indipendente dal metano russo.
Debito sopra 12 miliardi
Sale l’indebitamento finanziario netto a 12.872 milioni di euro (+949 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2022), principalmente per l’atteso assorbimento di cassa generato dalla dinamica del capitale circolante connessa all’attivit di bilanciamento, per gli investimenti in nuove partecipazioni e per il pagamento dell’acconto sul dividendo 2023.
Gli oneri finanziari netti si sono attestati a 42 milioni di euro, in aumento di 13 milioni di euro rispetto al primo trimestre 2022. L’aumento dovuto, in particolare, ai maggiori oneri relativi all’indebitamento finanziario netto connessi al maggior costo medio del debito che si attestato a circa l’1,5% nel primo trimestre 2023 rispetto allo 0,9% del corrispondente periodo del 2022. L’aumento del costo medio del debito attribuibile principalmente al mutato scenario dei tassi di interesse registrato nel periodo intercorso tra i due trimestri posti a confronto