La sfiducia costruttiva il vero punto cardine che il Movimento vorrebbe incassare
Esserci per farsi sentire. Esserci per provare a lasciare un segno. O tentare almeno di segnare l’iter del percorso. Giuseppe Conte incassa un s con riserva sulla Bicamerale e nel Movimento c’ chi parla di primo passo. Il presidente e la delegazione M5S sono i primi a varcare la soglia della Biblioteca del presidente a Montecitorio per il confronto tra maggioranza e opposizioni sulle riforme. Sanno che il governo ha dalla sua i numeri (e la volont) per portare avanti il discorso su premierato e presidenzialismo. Giorgia Meloni insiste sull’instabilit politica italiana, che rende necessarie a suo dire le riforme. Il dialogo — precisano fonti stellate — franco e diretto: il Movimento respinge l’ipotesi di ritoccare il ruolo del capo dello Stato per via del suo profilo super partes. E anche sul premierato i Cinque Stelle replicano un secco no: Non , e non pu essere, la strada per la stabilit perch mina indirettamente la figura del presidente della Repubblica.
Conte — accompagnato dai capigruppo Stefano Patuanelli e Francesco Silvestri e dai referenti M5S in commissione Affari costituzionali Alfonso Colucci ed Alessandra Maiorino — a Meloni presenta undici proposte. Il Movimento ha suggerito al governo una serie di punti che contribuiscono al rafforzamento della stabilit e della rappresentativit del presidente del Consiglio, spiega Colucci. Si va dalla sfiducia costruttiva (vero punto cardine che il Movimento vorrebbe incassare) alla nomina e revoca dei ministri da parte del premier, a vecchi cavalli di battaglia come la revisione dei regolamenti parlamentari per evitare l’abuso della decretazione d’urgenza o a una norma per scongiurare i cambi di casacca e all’introduzione del referendum propositivo. Dentro alla sala, Conte e Meloni mettono a confronto i loro punti di vista. Il Movimento pone una questione di metodo: Una riforma cos importante va attuata con tutto l’approfondimento necessario, spiegano gli stellati. Il punto di caduta la Bicamerale. Un passaggio obbligato, dicono nel M5S anche se nella maggioranza c’ chi teme che la commissione si possa trasformare in una palude, un pretesto per allungare i tempi e far naufragare il progetto. Nel calderone della discussione finisce anche il riequilibrio dei poteri tra Stato e Regioni con il M5S che muove le sue critiche all’Autonomia differenziata e sul tavolo finisce anche la revisione della legge elettorale (Anche se non ci sono stati approfondimenti in merito, precisano nel Movimento).
Il faccia a faccia finisce senza scossoni. Non venuta fuori una condivisione sulle soluzioni, spiega Conte. E sottolinea davanti ai cronisti il fatto che il Movimento disponibile anche a discutere del rafforzamento dei poteri del premier ma serve un quadro equilibrato che non modifichi il ruolo del Parlamento e che non mortifichi quello del presidente della Repubblica. Abbiamo raccomandato di non coltivare l’ambizione di trapiantare modelli completamente diversi, sperando che poi possano funzionare, calati nel nostro contesto molto peculiare economico-sociale, politico ed istituzionale, precisa il leader.
Poi, una volta concluso l’incontro, arriva il gesto di fair play con Elly Schlein. Il presidente — che oggi sar a Brescia per l’inchiesta sul Covid — chiama la segretaria dem per parlare dei contenuti del vertice. Le anticipa gli argomenti trattati (che lei stessa ascolter poche ore dopo). La mossa sulla Bicamerale non convince la potenziale alleata, ma la partita sul tavolo delle riforme appena iniziata. Non dobbiamo avere fretta: si tratta di temi delicatissimi che impattano sul nostro equilibrio istituzionale. Volerle imporre in tempi brevi sarebbe una profonda sgrammaticatura, sostengono i Cinque Stelle. Il messaggio alla premier Meloni chiaro: la strada o viene condivisa o sar lunga.
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9 maggio 2023 (modifica il 9 maggio 2023 | 23:20)
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