Un picco di 1,8 miliardi a febbraio 2023, un’impennata partita da dicembre. La causa? Un antivirale, il Paxlovid, prodotto dalla Pfizer a Ascoli Piceno. Serve per alleviare i sintomi del Covid
Dietro il boom dell’export di prodotti farmaceutici italiani verso la Cina, registrato a partire dal mese di dicembre 2022 e con un picco di 1,8 miliardi nel mese di febbraio, c’ l’antivirale Paxlovid
, prodotto dalla statunitense Pfizer nel suo sito produttivo di Ascoli Piceno. Lo ha confermato al Corriere la stessa azienda.
Il Paxlovid viene prescritto per alleviare i sintomi di casi lievi e moderati della malattia. in commercio in Europa dopo l’approvazione dell’Ema del 27 gennaio 2022 e il prezzo di un ciclo di trattamento in Italia di 666 euro.
Nell’aprile del 2022, ha spiegato Pfizer al Corriere, lo stabilimento marchigiano viene scelto come unico sito per l’intera produzione globale, scartando quello tedesco di Friburgo e quelli irlandesi. Una decisione dettata dal fatto che ad Ascoli la linea di produzione in grado di adattarsi pi velocemente alle nuove richieste del mercato.
Tra aprile e dicembre del 2022, la Pfizer produce ad Ascoli quantit di Paxlovid per poco pi di 8 miliardi di euro. All’inizio di dicembre, complice il graduale abbandono delle misure restrittive e la scarsa copertura vaccinale della popolazione (per di pi protetta dai vaccini prodotti internamente, di efficacia minore rispetto a quelli occidentali), le autorit di Pechino stringono un accordo con Pfizer e piazzano una mole pi che notevole di ordini, di cui lo stabilimento di Ascoli inizia immediatamente la produzione.
Al momento dell’accordo, il Paxlovid era l’unico farmaco antiCovid occidentale la cui vendita fosse permessa in Cina. Come scriveva il Financial Times il 28 dicembre, la Cina importava gi l’antivirale da marzo, ma in piccole quantit, tanto che i prezzi di una scatola raggiungevano i 1.200 dollari. Quando gli ordini vengono evasi, l’export italiano in Cina raggiunge cifre senza precedenti. A novembre 2022, le esportazioni totali verso il Paese asiatico valgono all’incirca 1,4 miliardi di euro. A febbraio 2023 toccano i 3 miliardi.
Il surplus tutto dovuto a vendite di prodotti farmaceutici, perch il resto del mercato in uscita verso Pechino stagnante. I dati dell’Istat e dell’Eurostat fotografano questa crescita sensazionale. A novembre, l’export di prodotti contrassegnati nelle tabelle con il codice 3004, ovvero i medicamenti presentati sotto forma di dosi, vale 94,3 milioni di euro. A dicembre 431,7 milioni. A gennaio 1,392 miliardi. A febbraio 1,843 miliardi. Si tratta di un aumento del 1.900 percento nel giro di quattro mesi. L’ultimo dato disponibile risale a marzo: in quel mese, l’export di farmaci scende repentinamente a 395,3 milioni.
Al Corriere, Pfizer ha anticipato che il trend sar visibile almeno fino a giugno. Tra dicembre e marzo, sono state prodotte per il mercato cinese circa 5 milioni di confezioni. L’azienda ha spiegato anche che il 31 marzo si chiusa una nuova gara indetta dal governo cinese per l’approvvigionamento del farmaco, il cui esito non ancora stato annunciato.
Il fenomeno non dunque in alcun modo legato a un aumento di vendite di farmaci a base di Udca, un principio attivo che secondo una ricerca pubblicata a dicembre su Nature potrebbe aiutare ad alleviare i sintomi del Covid e il cui primo produttore al mondo l’italiana Ice Pharma. Nei giorni scorsi numerose testate, tra cui il Corriere, avevano dato spazio a questa ipotesi, che era compatibile con un articolo pubblicato il 12 dicembre su Scrip, un sito specializzato in notizie sul mondo farmaceutico, in cui si parlava di un aumento sensibile della richiesta di farmaci a base di Udca in Cina: Letteralmente da un giorno all’altro, l’Udca diventato un “farmaco magico” di cui tutti vanno a caccia, scriveva l’autore, Brian Yang.
16 maggio 2023 (modifica il 16 maggio 2023 | 12:51)
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