Spesso all’origine delle alterazioni possono esserci infezioni, reflusso e persino il rumore ambientale. Per superarle indicati il riposo vocale e la terapia logopedica
Le alterazioni della voce, o in termini medici disfonie, sono molto comuni. Lo sanno bene alcune categorie di lavoratori, come gli insegnanti e gli addetti ai call center. Il suono della voce nasce dalle corde vocali, strutture vibranti molto specializzate da usare in maniera adeguata.
Le cause più comuni di disfonia
«Nella maggior parte dei casi la disfonia dipende da un’alterazione disfunzionale o strutturale delle corde vocali — premette Giovanna Cantarella, responsabile del Servizio di Foniatria presso l’Unità operativa complessa di Otorinolaringoiatria dell’Irccs Policlinico di Milano —. Una tipica causa è rappresentata dalle infezioni virali delle alte vie respiratorie, come le laringiti. Queste provocano uno stato infiammatorio (edema) delle corde e quindi un’alterazione temporanea della loro microstruttura che non riesce più a funzionare in modo adeguato. L’errore che facciamo un po’ tutti in questa situazione è quello di aggravare il quadro, continuando a usare la voce. Mentre la prima cosa da fare sarebbe quella di tenere le corde vocali a riposo. L’uso eccessivo della voce è un’altra causa comune di disfonia. Ciò accade tipicamente in situazioni in cui per motivi professionali la voce viene usata in modo continuativo, senza pause adeguate di riposo, e soprattutto a volume troppo elevato. Anche il rumore ambientale può essere causa di affaticamento vocale: porta di riflesso ad alzare il volume».
I fattori che la favoriscono
«Sono diversi e spesso si sommano tra loro: è riduttivo dire che sono dovute solo a un cattivo uso della voce o a una cattiva coordinazione tra respiro e voce. Proprio per questo motivo quando si deve risalire alla causa è fondamentale un inquadramento molto dettagliato del paziente che contempli la sua storia clinica, la professione e altri fattori associati allo stile di vita. Per esempio fumo, abuso di alcolici, concomitante reflusso gastroesofageo (o meglio laringofaringeo), assunzione cronica di determinati farmaci (per esempio di steroidi inalatori) piuttosto che un basso tasso di umidità ambientale sono tutti fattori che possono concorrere allo sviluppo di disfonie».
Che cosa percepisce il paziente
«La maggior parte delle persone che si rivolge alla nostra struttura si lamenta non tanto dell’alterazione qualitativa della voce quanto piuttosto della percezione di un’intensa fatica fonatoria. Lo sforzo richiesto per parlare è tale da comportare non solo una sensazione di forte irritazione alla gola, ma anche dolori al collo e alle spalle. Globalmente questi soggetti si sentono esauriti e affaticati. Il modo migliore per aiutarli è con una riabilitazione logopedica e accorgimenti di igiene vocale».
«Altro segno clinico, che può accompagnare la percezione di fatica fonatoria, è la presenza di una voce soffiata, con la sensazione di sfuggita d’aria tra le corde vocali. Questo segno può essere conseguente allo sviluppo di patologie da fonotrauma ovvero da collisioni traumatiche nel ciclo vibratorio delle corde vocali. Le patologie benigne da fonotrauma più comuni, comprendono i noduli, ispessimenti edematosi, spesso simmetrici, più frequenti nelle donne; i polipi emorragici, più comuni nell’uomo urlatore, che spesso si formano in seguito a un trauma acuto (per esempio urlo allo stadio), che comporta la rottura di un capillare con la formazione del polipo; nonché le cisti».
Le terapie
Una volta stabiliti i fattori alla base della disfonia, lo specialista imposterà la corretta terapia, come spiega Cantarella. «Nelle patologie dovute al fonotrauma e al cattivo uso della voce, la riabilitazione logopedica ha un ruolo fondamentale perché è un percorso che insegna le norme essenziali di igiene vocale, quindi a imparare a usare la voce con pause, volume e tonalità adeguati e a evitare eventuali fattori di rischio come il fumo, l’alcol o i cibi che favoriscono il reflusso».
«Nel caso in cui la disfonia sia legata al reflusso laringofaringeo va impostata una terapia medica e comportamentale, con accorgimenti inerenti la dieta e lo stile di vita, mentre nelle forme virali si può ricorrere ai farmaci antinfiammatori, ma è altrettanto importante il riposo vocale. In presenza di polipi o cisti è indicato un trattamento chirurgico (oggi sempre meno invasivo), mentre i noduli di solito, almeno all’inizio, possono trarre giovamento da un trattamento riabilitativo».
13 maggio 2023 (modifica il 13 maggio 2023 | 18:09)
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