Trent’anni fa la notte storica di due studenti: Stefano Suin e Maurizio Davini diedero vita al primo server www italiano. Impiantarono nel computer dell’ateneo il codice di Tim Berners-Lee
Quella notte di maggio del 1993 in un laboratorio del dipartimento di Fisica dell’università di Pisa si accese una stella. Che in realtà altro non era che una lieve luminescenza su un computer dallo schermo a fosfori verdi e l’apparire di tre parole in inglese: ready to use. Un messaggio insignificante, quasi banale, eppure formidabile perché annunciava la nascita del primo server World Wide Web italiano, ovvero l’Internet moderno come lo conosciamo oggi. Da trent’anni, che oggi sembrano secoli, Stefano Suin e Maurizio Davini, allora studenti universitari e oggi rispettivamente dirigente delle infrastrutture digitali e responsabile del Green digital data center dell’ateneo toscano, quella notte straordinaria se la sognano spesso. «Fu un po’ come inventare il futuro – raccontano oggi – perché in quel vecchio computer avevamo impiantato un codice del nostro amico Tim Berners-Lee, l’inventore del World Wide Web. Un seme che avrebbe dato i suoi frutti».
È una storia quasi sconosciuta quella di Suin e Davini eppure decisiva per l’espandersi e l’evoluzione del web in Italia. Una buona notizia con aneddoti e particolari divertenti. Perché spesso la scienza e la tecnologia si uniscono alla vita quotidiana, allo scherzo, all’ironia toscana in un mix unico. «Quel primo server web – raccontano i due protagonisti – era privo di contenuti e, per sperimentarlo, da studenti pensammo di fare qualcosa di goliardico. Digitalizzammo diverse foto di modelle e quando per la prima volta in Internet, allora solo testuale, apparvero i proto-link con le foto di Claudia Schiffer, Cindy Crawford, Naomi Campbell e tante altre, ci mettemmo a ridere anche se eravamo convinti di aver fatto qualcosa di storico». Quella notte, a guidare i due studenti c’era il professor Giuseppe Pierazzini, ordinario di Fisica delle particelle a Pisa e scienziato del Cern, uno dei pionieri dell’informatica italiana e un tecnico, Paolo Caturegli.
A carpire il «segreto» di Tim Berners-Lee era stato pochi mesi prima Maurizio Davini. Durate una visita al Cern di Ginevra aveva conosciuto il geniale ricercatore che aveva inventato l’Internet moderna. «Solo in pochi lo conoscevano – ricorda – e io stesso andai da lui non per studiare il Www ma per vedere come funzionava il nuovo computer Next inventato da Steve Jobs che Berners-Lee aveva da poco acquistato. E fu allora che vidi la meravigliosa innovazione dell’Internet ipertestuale, ovvero il web, e me ne innamorai. Berners-Lee fu gentilissimo, mi disse che pochi giorni prima, il 30 aprile, aveva deciso di rendere di pubblico dominio il suo codice e dunque era libero da copyright e me lo stampò. Mi ci vollero mesi per adattarlo al computer di Pisa ma tutto andò per il verso giusto».
Alla 1,30 di notte di un giorno di maggio (la data esatta è incerta nei ricordi dei due protagonisti, ma probabilmente accadde il 9 o il 10 maggio) il Www italiano emise il suo primo vagito. Era solo l’inizio. «Avevamo un cervello italiano nel web – ricordano Suin e Davini – ma era tabula rasa, non c’erano contenuti. E allora creammo nella prima pagina www.unipi.it anche forum di discussione testuale su molti argomenti in italiano. Fu un successo incredibile, in pochi giorni avemmo migliaia di adesioni soprattutto da italiani emigrati all’estero».
Gli algoritmi
A quel tempo non esistevano browser e motori di ricerca e l’anno dopo i due studenti s’inventarono anche alcuni algoritmi di indicizzazione. Poi iniziò la cablatura con fibra ottica (il mago fu Paolo Caturegli). Giuseppe Anastasi, professore di Ingegneria Informatica all’università di Pisa e delegato del rettore per la transizione digitale, nella storia dei due ex studenti vede anche e soprattutto l’eccellenza. «Era iniziata a Pisa – spiega – con Guglielmo Marconi agli inizi del ‘900 con la realizzazione della prima stazione radio telegrafica di Coltano, una sorta di Internet ante litteram. È poi proseguita con la Cep, il primo computer italiano, con il primo corso di laurea in Informatica in Italia e oggi con il più grande data center accademico italiano».
10 maggio 2023 (modifica il 11 maggio 2023 | 00:08)
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