Sette anni fa un pullman con un gruppo di studentesse di Erasmus si rovesci. L’autista aveva avuto un colpo di sonno: persero la vita in 13. Da allora Gabriele Maestrini presenta esposti per chiedere aiuto alle istituzioni: Vogliamo giustizia, quell’uomo non era l’unico responsabile, ma a fine aprile il tribunale spagnolo ha archiviato il caso
Il suo cuore fermo l, al 20 marzo 2016. Certo poi ha continuato a vivere, ma cos, come per inerzia, a volte per rabbia, spesso con disperazione, trascinato dai giorni. Sorride spesso Gabriele Maestrini, ma dentro quel sorriso si cela il ricordo di sua figlia che non c’ pi. La sua unica figlia. Sorride al pensiero di quanto fosse meravigliosa. E torna indietro di sette anni: Sono passati 2.600 giorni. come se li contasse, i giorni che si susseguono. Entra nei dettagli di quella mattina. Se chiudo gli occhi rivedo tutto. Elena sarebbe dovuta tornare a casa dalla Spagna per le vacanze pasquali. Io e mia moglie Roberta stavamo andando in macchina a fare la spesa perch la sera avremmo mangiato e festeggiato insieme a nostra figlia, eravamo felici di rivederla dopo i suoi mesi trascorsi in Spagna. Elena aveva l’aereo alle 13.40 da Barcellona, il giorno prima era stata a Valencia in gita, quella mattina stava tornando verso Barcellona.
Il notiziario alla radio
Mentre sono in macchina, Gabriele e Roberta accendono la radio. S’imbattono in un radio giornale: Sentimmo la notizia di un grave incidente che aveva coinvolto un pullman di studenti Erasmus. Come prima reazione, cercai di sdrammatizzare, forse minimizzare, dissi a mia moglie di stare tranquilla. Per per scrupolo telefonammo a nostra figlia. Il cellulare era spento. Riprovammo, ed era spento di nuovo. Riprovano ancora, ma il cellulare sempre spento. Allora chiamano la Farnesina, ma non arrivano notizie certe. Non riuscivamo a metterci in contatto con nostra figlia, sentivamo che poteva essere successo qualcosa, prenotammo un volo per Barcellona, nel primo pomeriggio da casa nostra, a Gavorrano in provincia di Grosseto, andammo all’aeroporto di Pisa, mentre eravamo in aeroporto ci arriv una telefonata dal ministero degli esteri, ci dissero che alcune ragazze erano rimaste ferite, ci dissero di non preoccuparci.
Il volo verso la tragedia
L’aereo parte da Pisa e fa scalo a Roma. Poi da Roma a Barcellona. Gabriele e Roberta hanno paura, si aggirano fra gli aeroporti senza dirsi una parola. Si tengono stretti, sperano. Quando atterrano all’aeroporto di Barcellona, sul cellulare arriva una telefonata. Ci dissero che un funzionario del consolato ci sarebbe venuto a prendere in aeroporto. Ecco, stato l che il mondo ci crollato definitivamente addosso, perch se ti vengono a prendere in aeroporto significa che la cosa pi grave di quanto si era percepito. Il funzionario del consolato semplicemente un autista, non parla italiano e non informato sui fatti. Gabriele e Roberta chiedono, lo implorano, ma lui niente. Pochi minuti e arrivano al consolato italiano. C’ il console Stefano Nicoletti. Tocca a lui raccontare la verit: Elena Maestrini non ce l’ha fatta.
L’incidente per un colpo di sonno
Nell’incidente sono morte 13 studentesse, 7 sono italiane: Elena, Elisa, Francesca, Lucrezia, Serena, Elisa, Valentina. la strage delle studentesse Erasmus, cos passata drammaticamente alla storia. L’autista – Santiago Rodriguez Jimenez – ha avuto un colpo di sonno al chilometro 333 dell’autostrada Ap7, che collega Valencia e Barcellona, all’altezza di Freginals, in Catalogna. Il pullman si ribaltato. Elena aveva 21 anni. Studiava economia all’universit di Firenze, era andata a Barcellona per cinque mesi. La sua stanza nella casa di Gavorrano rimasta uguale a quando se ne andata.
Sette anni, zero udienze
Ci sono ancora le valigie che i genitori hanno riportato dalla Spagna. Non le abbiamo mai aperte. Da sette anni, suo padre Gabriele vive nel dolore e nella lotta. Nessuno potr mai ridarmi mia figlia, ma la giustizia quella s, io pretendo giustizia. Dopo sette anni, nessuna udienza mai stata fissata dai tribunali spagnoli, nonostante l’imputazione dell’autista dell’autobus, che aveva raggiunto una sorta di patteggiamento, secondo l’ordinamento spagnolo, e cio uno sconto di pena per l’ammissione delle responsabilit ma la decisione non era stata ancora messa nero su bianco dal giudice. Poche settimane fa l’autista morto per un infarto e il processo si di fatto chiuso. Ma i genitori delle ragazze vogliono andare oltre l’autista, chiedono di far emergere le responsabilit dell’azienda che organizzava quei viaggi. Nessuno di loro si espone pi pubblicamente. Nessuno tranne lui, Gabriele, che fa della sua battaglia una ragione di vita.
La battaglia
Lo scorso 20 aprile partito da Gavorrano per andare a manifestare sotto l’ambasciata spagnola a Roma. Si alzato prima dell’alba. partito da solo, in treno. E quando arrivato sotto l’ambasciata, ha tirato fuori un cartello che si messo addosso come fosse un vestito: Studentesse Erasmus: 2.570 giorni, 3 archiviazioni, nessuna verit, nessuna giustizia. Vergogna Espana. Dietro, i nomi delle tredici ragazze. I militari che stavano sorvegliando il palazzo gli hanno detto di allontanarsi, lui ha detto no: Questo suolo pubblico. Poi per i militari hanno capito, hanno compreso il suo dolore. arrivata una pattuglia della polizia, i poliziotti lo hanno identificano, ma anche loro hanno compreso. E quindi Gabriele rimasto l, due ore, da solo, avanti e indietro con quel cartello sulle spalle pesante come una croce. I passanti lo hanno sfiorato ma in pochi si sono fermati, tra loro i parlamentari Marco Simiani (Pd) e Fabrizio Rossi (Fratelli d’Italia). Dopo due ore sotto l’ambasciata, per la prima volta sceso un referente dal palazzo. La segretaria dell’ambasciatore ha annunciato a Gabriele la possibilit di un incontro. Gabriele consapevole che non cambier molto, ma continua a sperare.
Le colpe
Vive per ottenere giustizia: L’autista non pu essere l’unico imputato, vanno accertate le responsabilit morali e materiali dell’azienda di trasporto, dell’associazione Erasmus che organizzava quei viaggi e della societ che gestisce la sicurezza nelle autostrade spagnole. D’altra parte, Gabriele continua a ripetere: L’autista del pullman aveva guidato pi ore rispetto a quelle previste dal contratto e la notte ha dormito prima in un bar e poi dentro il pullman, scritto negli atti. Prima dell’incidente, la scatola nera racconta che il pullman ha sbandato 74 volte.
Appelli a Meloni e Mattarella
Il padre di Elena ha presentato un esposto alla procura in Spagna e un altro alla procura in Italia. Ha scritto una lettera al presidente della Repubblica, una lettera al ministro della giustizia, un’altra alla presidente del Consiglio: Vorrei incontrare Giorgia Meloni, faccio appello a lei come premier e come madre. Nella lettera a Mattarella ha scritto: Siamo stanchi della solidariet e delle promesse virtuali dei politici fatte nei momenti di ricordo delle nostre ragazze, il momento di passare ai fatti e dimostrare con atti veri la vicinanza e affetto a chi stata negata una vita a causa di incompetenze e superficialit. Il dolore immane e la nostra unica speranza la giustizia, e poi sensibilizzare i nostri legislatori affinch dai terribili errori e leggerezze occorse alle nostre ragazze siano emesse nuove normative in materia di sicurezza dei viaggi in autobus a tutela per tutti quei giovani che continueranno a compiere esperienze di vita e d’integrazione socioculturale grazie anche alle esperienze Erasmus. In Parlamento, a firma di tutti i partiti, stata depositata la proposta di istituire una commissione d’inchiesta parlamentare per far luce sulla strage. Nel frattempo Gabriele spera. E continua a vivere. Arriva l’estate e come ogni anno andr per mare col suo gommone. Il mare fa parte di me da sempre, fa parte della nostra famiglia, anche Elena amava tantissimo il mare, aveva seguito due corsi di vela a Follonica, in acqua era come un pesciolino.
L’archiviazione
Dopo tutte queste battaglie per, il 28 aprile scorso per, arrivata una notizia che restringe di molto lo spiraglio di speranza di questi genitori: la presidente del Tribunale numero 1 di Tortosa, in provincia di Tarragona, in Spagna, ha dichiarato che il caso chiuso, il procedimento archiviato.
14 maggio 2023 (modifica il 14 maggio 2023 | 11:04)
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