L’attrice: «Abolirla sarebbe una sciocchezza, serve anche a ricordare chi non c’è più»
«Abolire la festa della mamma? Ma stiamo scherzando? Io domani (oggi per chi legge, ndr) la festeggerò con mia figlia Amanda e con i nipoti… E sono felice, perché mi ringiovanisce». Esordisce allegra Stefania Sandrelli.
La ringiovanisce?
«Certo! Perché tutti mi chiamano nonna, nonna, nonna… mi sento chiamare solo nonna, ma sono una nonna-mamma e questo mi fa tornare indietro con gli anni…».
Come festeggerete?
«Come abbiamo sempre fatto. Innanzitutto la prima regola è mangiare bene e, di solito, in passato siamo andati in una zona molto bella di Roma, in piazza Santa Maria di Galeria, dove c’è un ottimo ristorante. Poi, se ci sarà la possibilità di assistere a un concerto, ci andiamo e poi, perché no?, magari si balla… Più siamo e meglio è, ci si diverte di più».
Dunque lei, Stefania, non è d’accordo con la proposta di abolire questa ricorrenza…
«Ma non so di che state parlando! Chi ha fatto questa proposta?».
In una scuola di Lamezia Terme, da quest’anno sono abolite le feste del papà, della mamma, dei nonni… perché non tutti i bimbi hanno una famiglia completa, e allora…
«Allora che? Io non sono una sociologa e non entro in merito, non mi addentro in certe questioni, ma francamente mi sembra davvero un grande sciocchezza. Prima di tutto, ognuno deve essere libero, nella propria famiglia, di celebrare certe ricorrenze come gli pare… E poi, per esempio, i bambini orfani possono festeggiare con le persone che li hanno cresciuti, che hanno fatto le veci della mamma e che sono altrettanto importanti, determinanti nella loro crescita. Oppure si può semplicemente celebrare il ricordo di una mamma che non c’è più. Insomma, non bisogna fossilizzarsi sulla questione: c’è o non c’è. Se non c’è più, non è giusto non festeggiare lo stesso, anzi… direi che è un omaggio alla memoria di una persona cara che purtroppo è mancata. La festa della mamma, in un modo o nell’altro, esiste da sempre, ha una lunga storia, che va rispettata».
Quale ricordo ha dei festeggiamenti, quando i suoi figli Amanda e Vito erano piccoli?
«Sono sempre stati dei momenti di grande condivisione affettiva. Adesso, ovviamente, sono grandi: con Amanda c’è un rapporto più assiduo, più intimo e lei per me è un “faro”».
Perché?
«Se non avessi avuto lei, in questo periodo segnato dalla malattia di Giovanni (Soldati ndr), sarei stata disastrata. Lei è sempre disponibile, sensibile, dedita agli altri, il suo altruismo è commovente».
E Vito Pende?
«Lui ha un lavoro totalizzante, è medico chirurgo e, quando lo chiamo, è sempre impegnato in qualche operazione: mi risponde puntualmente la sua infermiera, tant’è vero che ormai siamo diventate intime amiche… Poi aspetto, fiduciosa, che mi richiami lui e, quando lo fa, è molto sbrigativo, mi chiede: tutto bene? E io rispondo: nessuna nuova, buona nova…».
Ma lei, Stefania, che mamma è stata?
«Ho cercato di esserlo nel migliore dei modi, sicuramente compiendo anche tanti sbagli. Il mio lavoro non mi ha consentito di essere molto presente, però ho cercato di trasmettere ai miei figli l’importanza di realizzarsi non solo nell’ambito privato, ma pure in quello professionale».
E con Amanda ha recitato in teatro…
«Sì! È stata una bellissima avventura. E non abbiamo recitato nei ruoli di madre e figlia, sarebbe stato davvero troppo».
Adesso che nonna è?
«Parecchio apprensiva, anche per motivi contingenti: prima la pandemia, poi la guerra… Inoltre, quando in città ci sono delle manifestazioni, mi raccomando a loro, dicendo: guardatevi intorno, attenti ai tafferugli! Gli anni che passano mi consentono di avere una consapevolezza maggiore. Comunque, tornando al tema principale di questa chiacchierata: evviva la festa della mamma!».
13 maggio 2023 (modifica il 13 maggio 2023 | 22:41)
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