Da settembre il Reddito di cittadinanza sarà sostituito dalla Mia, Misura di inclusione sociale. Come anticipato dal Corriere della Sera con la riforma arriverà una stretta per i cosiddetti occupabili, che perderanno il sussidio se rifiutano un’offerta di lavoro congrua. Ma anche sul tetto Isee. Novità che fanno discutere e hanno subito suscitato reazioni sia da parte della politica che dei tecnici. «Per i cosiddetti non occupabili cambia poco, il reddito di cittadinanza si conferma essere fondamentale come contrasto alla povertà, c’era da fare un lavoro sulle politiche attive, su tutto cio’ che c’e’ attorno alla misura e questo mi sembra che vada nella giusta direzione – ha detto il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, su Radio 24: «Noi abbiamo tanti inattivi e abbiamo progetti di inclusione che spesso non vengono svolti da Comuni e centri per l’impiego, qui mi sembra che ci sia una spinta molto forte in questa direzione». Tuttavia, ricorda Tridico, il «reddito minimo è una misura prevista dall’Unione europea, tutti coloro che stanno al di sotto di una certa soglia devono avere un reddito, l’Italia dovrà fare i conti con le direttive della Commissione europea sul reddito minimo. Se chi perde il lavoro perde il reddito mi sembra una grande criticità».
Lega: «Ci concorrenza tra lavoro e Reddito di cittadinanza»
La Misura di Inclusione attiva (Mia) «nasce dalla volontà di risolvere il tema delle politiche attive e di spostare quello che oggi e’ un sussidio sul tema della politica attiva», ha spiegato Federico Freni, parlamentare della Lega e sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze, ospite della trasmissione di Rai Tre Agorà Non si tratta di «una retromarcia», ha precisato. «Si era detto che si sarebbe cambiato il Reddito di cittadinanza. Si era detto che si sarebbe immaginata una misura che avrebbe consentito a chi non puo’ lavorare di essere sostenuto e a chi non vuole lavorare di dover lavorare per forza, se la vuole. E questo si sta facendo», ha sottolineato. «Con il Mia ci sarà, entro certi limiti, con determinate possibilità, la concorrenza tra lavoro e Reddito di cittadinanza», ha concluso Freni.
Le perplessità della Cgil
La Cgil esprime «preoccupazione e perplessità» per la proposta di riforma che introduce un nuovo sussidio contro la povertà che dovrebbe chiamarsi Mia, Misura per l’inclusione attiva. «Non condividiamo il metodo e il merito – spiega la segretaria confederale Daniela Barbaresi – non siamo stati chiamati su una partita importante che richiederebbe un confronto approfondito. Siamo in una situazione delicata con l’inflazione che avanza e colpisce soprattutto le famiglie in una situazione di povertà, il tema è prioritario». Secondo la Cgil «la povertà è un fenomeno complesso, non basta la presa in carico dal punto di vista economico. C’è il disagio abitativo, la povertà educativa, ci vuole una presa in carico complessiva. Andrebbe poi chiarito l’aspetto economico. Dalla prima lettura il giudizio non è positivo».