Il team principal della Ferrari Fred Vasseur respinge il panico dopo il ritiro di Charles Leclerc in Bahrain e punta su Gedda: «La prima cosa da sistemare è l’affidabilità»
«Adesso il mio compito è fare un’analisi precisa del quadro, è chiaro non ci aspettavamo un inizio così. Il problema di affidabilità di Leclerc è stato come uno choc: senza preavviso, non si era mai verificato niente del genere, né ai test né in fabbrica».
Fred Vasseur deve risolvere la prima grossa grana da quando è diventato team principal: la Ferrari è partita molto male in una stagione annunciata come quella della riscossa, in cui è chiamata a lottare in maniera stabile per il Mondiale. Il Gp del Bahrain ha offerto una Red Bull dominante, un’Aston Martin in grande forma e una Rossa e una Mercedes da dimenticare. «Ma va tenuta in considerazione una cosa — spiega il francese —: il circuito di Sakhir amplifica distacchi e debolezze, non è la cartina di tornasole per tutto».
Qui lo scorso anno Verstappen concluse con un ritiro, ma dopo aver lottato a lungo con Leclerc. Stavolta la Ferrari non è mai stata della partita e i distacchi abissali dalla Red Bull hanno mandato in depressione Leclerc. Ci si aspetta una reazione già dalla prossima a gara, a Gedda (19 marzo), una pista completamente diversa dove contano il motore e l’efficienza aerodinamica, qualità che la SF-23 ha.
Le ha mostrate anche nelle qualifiche del Bahrain, ma un conto è mascherare i limiti sul giro secco e un conto è poter esprimere un alto rendimento nell’arco di una gara. La prima cosa da sistemare, ha spiegato Vasseur, è l’affidabilità: non solo le grane alla parte ibrida del motore, diverse da quelle che hanno compromesso la stagione 2022, ma anche tutta una serie di intoppi che hanno intralciato i collaudi e che denotano un’eccessiva fretta nei tempi di produzione o una ricerca estrema dell’alleggerimento di ogni singolo particolare.
Un esempio? L’ala posteriore monopilone, provata in Bahrain nelle libere e scartata perché fletteva troppo: «Era un prototipo, abbiamo spinto tanto per portarla qui in tempo. Non era pronta, ma la rivedremo perché ci aiuterà con la velocità. Dopo averla sistemata». Dalle bolle d’aria nel muso (un problema emerso nei test) al convogliatore di flussi perso nelle qualifiche del Bahrain («Se ci fosse successo in gara ci saremmo dovuto ritirare per quello» ha detto Vasseur), a tanti altri piccoli inconvenienti emersi in questo avvio di stagione, la Ferrari SF-23 è una macchina acerba e difficile da mettere a punto. A Maranello ritengono che abbia però del potenziale, superiore alla F-75 che l’ha preceduta.
Ma come farla funzionare resta un mistero: Sainz ancora più di Leclerc ha accusato un degrado elevatissimo delle gomme, ed è stato costretto a cedere il terzo posto ad Alonso. «Il problema della nostra macchina è che appena spingi cuoci le gomme» ha detto lo spagnolo. Perché? Vasseur tende a escludere vizi strutturali legati al progetto e alla filosofia tecnica della Ferrari (diversa da Red Bull) ricollegando la questione ad altezze da terra non corrette.
Con un bilanciamento cattivo la vettura saltella e usura le coperture. Se fosse così basterebbe un lavoro meticoloso, al simulatore in fabbrica prima e in pista poi, per correggerne i difetti. Il campionato è lunghissimo, 22 gare ancora disputare, e la partita si deciderà anche in base agli sviluppi. La Ferrari ha tantissimo da lavorare, meglio non farsi prendere dal panico adesso e restare concentrati.
6 marzo 2023 (modifica il 6 marzo 2023 | 13:21)
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