Il processo che condann Genevive Lhermitte all’ergastolo svel una storia ambigua e piena di punti oscuri: la famiglia era di fatto mantenuta dal dottor Michel Schaar, padrino dei 5 figli. Un farabutto che mi ha rovinato la vita, scriveva la donna
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI — Il 28 febbraio 2007 Bouchab Moqadem, sposato padre di cinque figli, dopo avere fatto visita alla famiglia di origine in Marocco stava tornando dalla moglie Genevive Lhermitte e dai cinque figli nella loro casa di Nivelles, nel Belgio francofono. Ma prima del suo ritorno, nel primo pomeriggio la moglie massacr – strangolandoli e accoltellandoli alla gola – i cinque figli Yasmine, Nora, Myriam, Mina et Mehdi (15, 12, 10, 7 e 3), portandoli nelle loro camere a uno a uno mentre guardavano alla televisione il film Spy Kids 3. La donna poi cerc di uccidersi con una coltellata nel petto, ma non riusc nell’intento. Ha poi tentato il suicidio in carcere.
Il 28 febbraio 2023, marted scorso, esattamente 16 anni dopo il giorno della strage, Genevive Lhermitte ha ottenuto l’eutanasia all’ospedale Lonard de Vinci di Montigny-le-Tilleul, circa 60 chilometri a sud di Bruxelles. Si chiude cos una vicenda che sconvolse l’opinione pubblica belga e europea e che stata portata al cinema nel 2012 dal regista Joachim Lafosse con il film A perdre la raison. In virt di una legge del 2002 in Belgio l’eutanasia autorizzata per porre fine a una sofferenza fisica ma anche psichica, che venga accertata come costante, insopportabile e ineliminabile. Genevive Lhermitte, che uccise i suoi cinque figli, ha manifestato la sua volont in modo ragionato e ripetuto, secondo i requisiti richiesti dalla legge, e quindi stata aiutata a morire.
Il processo svel una vicenda famigliare sconvolgente, tra apparente normalit e aspetti poco limpidi. Genevive Lhermitte ha avuto un’infanzia segnata dalla durezza dei genitori, anaffettivi. Ha incontrato Bouchab Moqadem ventenne, nel 1990, si sposata e nel 1992 nata la prima figlia, Yasmine. Dopo una prima depressione post-partum, la donna ha lasciato l’insegnamento per restare a casa. Il marito Bouchab Moqadem, abbandonati gli studi di matematica e fisica, si dedicava a piccoli lavori ma la famiglia era di fatto mantenuta dal dottor Michel Schaar, l’uomo che aiut Bouchab a trasferirsi dal Marocco al Belgio, e che era il padrino dei cinque figli. La figura del dottor Schaar sempre rimasta ambigua, tra benefattore e presenza invadente: viveva un paio di giorni alla settimana con la famiglia, spos una sorella di Bouchab Moqadem per poi divorziare ma si sospetta un matrimonio bianco, per permettere alla donna di trasferirsi in Belgio. Nella lettera di addio che Genevive Lhermitte scrisse all’amica Valria prima della strage, la donna gli riservava parole terribili: Non c’ soluzione al problema. Ho preso la decisione di andarmene con i miei bambini, molto lontano, e per sempre. Michel Schaar un farabutto chi mi ha rovinato la vita, mi ha rubato l’intimit con i miei figli e mio marito. Me ne sono andata dalla casa dei miei genitori e sono piombata da un inferno a un altro.
Durante il processo Genevive Lhermitte ha evocato violenze subite dal marito e il fatto che fosse costretta a vivere praticamente reclusa, senza potere vedere sua sorella se non di nascosto. Il dottor Michel Schaar e il marito Bouchab Moqadem si sono sempre difesi dicendo che la donna gettava su di loro la responsabilit di un crimine che lei stessa non riusciva ad accettare. Il marito in particolare ha dipinto una famiglia certo non perfetta ma piuttosto felice, con cinque bambini vivaci e brillanti a scuola, e ha negato di avere commesso violenze. Nel 2010 l’uomo si risposato ed padre di una bambina. Nel 2019 Michel Schaar ha rilanciato le pratiche per adottare ufficialmente Bouchab Moqadem. Dopo la condanna all’ergastolo, Genevive Lhermitte aveva ottenuto la semi-libert e il ricovero in clinica psichiatrica. Lo zio materno della donna, Andr, negli ultimi tempi la accoglieva a casa nei fine settimana. Cercavo di non pensare a quello che aveva fatto. Volevo renderle la vita pi serena possibile, dovevo farlo, per umanit. Ma non era facile neanche per me. Vagava per la casa, faceva una passeggiata, cenavamo assieme. Ha scontato la sua pena mille volte nella testa, la gente deve capire. Ma non le era pi possibile vivere. La casa dove vivevano Genevive Lhermitte, Bouchab Moqadem, i loro cinque figli e il dottor Michel Schaar, del valore di circa 300 mila euro, stata venduta nel 2012 per 195 mila.
3 marzo 2023 (modifica il 3 marzo 2023 | 16:10)
© RIPRODUZIONE RISERVATA