Avviati i lavori per una città «verde» futuristica con zero emissioni. Ma gli ambientalisti avvertono: minaccia per una delle foreste pluviali tropicali più grandi e antiche del mondo
Basta guardarla dall’alto per accorgersi quale è il problema più grande di Giacarta, la capitale dell’Indonesia, sull’isola di Giava. Più ancora dei oltre 10 milioni di abitanti (30 milioni, se si considera l’area metropolitana) che la rendono una delle città più congestionate e inquinate del mondo, il suo più grande problema è l’acqua. Da fonte di sopravvivenza si è trasformata in seria minaccia: è una delle città che affondano più velocemente sulla Terra. Il mare si sta facendo strada nei quartieri costieri, la terra sprofonda poco a poco, a una media di 7,5 centimetri all’anno. L’enorme muro costruito sulla costa per tenere a bada le inondazioni dà l’idea del pericolo. La crisi climatica, con l’innalzamento del livello del mare e piogge imprevedibili, hanno reso la situazione così grave che entro il 2050, fino a un terzo della città potrebbe essere sott’acqua, prevedono gli esperti.
Non solo: poiché le infrastrutture non sono cresciute di pari passo con gli abitanti (raddoppiati dal 1975), la maggior parte di loro non ha acqua corrente e si ritrova a usare pompe per accedere alle acque sotterranee: il risultato è che il terreno, già fangoso — Giacarta si trova su un delta —, si abbassa di 10-15 centimetri all’anno.
La risposta del governo? Spostare la capitale in una remota località sull’isola del Borneo, a 1.200 chilometri di distanza. A proporlo, nel 2019, il presidente Joko Widodo: una città «verde» futuristica con zero emissioni, chiamata Nusantara, con il 20% delle spese di costruzione a carico del bilancio statale e il restante 80% in arrivo da investitori stranieri.
La sua costruzione avrebbe dovuto iniziare alla fine del 2020, ma è stata posticipata per via della pandemia di Covid-19. I piani prevedono che sia inaugurata il 17 agosto, nel giorno dell’Indipendenza dell’Indonesia.
Questa settimana le autorità hanno mostrato il piano di avanzamento dei lavori per la nuova capitale. I siti visitati dall’Ap a marzo mostravano mucchi di terra appena smossa con escavatori e gru tutt’intorno. Qualche sito ha un codice QR che i visitatori possono scansionare per vedere immagini 3D di come sarà l’area una volta terminata; in altri sono esposti cartelli stampati che mostrano ciò che verrà. I rendering digitali mostrano una città circondata dalla foresta, con marciapiedi alberati ed edifici con tetti ricoperti di piante, circondati da sentieri escursionistici.
Ma gli ambientalisti avvertono che la costruzione della metropoli accelererà la deforestazione su larga scala in uno dei tratti di foresta pluviale tropicale più grandi e antichi del mondo minacciando l’habitat di specie in pericolo come l’orangotango e la sopravvivenza delle comunità indigene in un’isola già compromessa da piantagioni di olio di palma e miniere di carbone.
9 marzo 2023 (modifica il 9 marzo 2023 | 11:49)
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