Gli Emirati Arabi stanno discutendo al loro interno la possibilit di lasciare l’Opec, l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio. A riportare la notizia il Wall Street Journal. L’uscita di Abu Dhabi scuoterebbe il cartello dei Paesi produttori, mettendo in pericolo il suo potere sui mercati petroliferi mondiali. Alla base della (possibile) decisione ci sono le divergenze con l’Arabia Saudita in materia di sicurezza nello Yemen e per le questioni legate al petrolio. Intanto, non si fatto attendere il contraccolpo sui mercati. Le quotazioni petrolifere sono in deciso calo: i futures del West Texas Intermediate cedono l’1,93% a 76,65 dollari al barile, mentre il Brent arretra dell’1,89% a 83,15 dollari al barile.
L’antefatto
Quando nel gennaio scorso, Abu Dhabi ha ospitato il vertice dei leader mediorientali c’era un’assenza clamorosa: il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Ma gi un mese prima, gli Emirati Arabi avevano saltato un vertice arabo-cinese a Riyadh. I funzionari non avevano nascosto nulla: il principe Mohammed e il presidente degli Emirati, lo sceicco Mohammed bin Zayed al Nahyan, si sono volutamente tenuti alla larga dai rispettivi eventi. La crescente spaccatura tra vicini dunque cosa nota da tempo.
Le divergenze
Ancora formalmente alleati, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti sono divergenti su diversi fronti, in competizione per gli investimenti esteri e l’influenza sui mercati petroliferi globali e in contrasto sulla guerra in Yemen. La differenza rispetto al passato che i disaccordi, che una volta si svolgevano a porte chiuse, si stanno sempre pi allargando, minacciando cos ci costringere a un riordino delle alleanze nel Golfo Persico, in un momento in cui l’Iran sta cercando di esercitare una maggiore influenza nella regione e la guerra della Russia in Ucraina ha fatto salire i prezzi del greggio e ha scombussolato il processo decisionale dell’Opec. Tentativi di alleggerire le tensioni, in realt ci sono stati. Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Tahnoun bin Zayed al Nahyan, si recato pi volte nel regno saudita, spesso senza riuscire a ottenere un incontro con il principe ereditario. In un tweet di febbraio, Anwar Gargash, consigliere di politica estera dello sceicco Mohammed, ha ribadito l’unit degli Emirati Arabi Uniti con l’Arabia Saudita e ha definito le notizie sui cambiamenti nelle alleanze del Golfo sbagliate e finalizzate solo a creare divisioni in un momento in cui la regione ha bisogno di solidariet.
Il problema Yemen
Nel dicembre scorso, gli Emirati Arabi hanno firmato un accordo di sicurezza con il governo yemenita, sostenuto dai sauditi, che consente alle forze emiratine di intervenire nel Paese in caso di minaccia imminente, di addestrare le forze yemenite e di approfondire la cooperazione in materia di intelligence. A quanto pare, per, i funzionari sauditi si sono opposti all’accordo di sicurezza, ritenendo che gli emiratini stiano muovendosi contro gli obiettivi principali di Riyadh, ovvero la messa in sicurezza del confine di 800 miglia e l’arresto degli attacchi missilistici e dei droni degli Houthi. In risposta, i sauditi hanno dispiegato forze sudanesi della coalizione militare araba in aree vicine alle operazioni degli Emirati, che i funzionari emiratini hanno visto come una tattica di intimidazione. E quando a dicembre lo sceicco Mohammed non ha partecipato al vertice con la Cina a Riyadh, l’Arabia Saudita l’ha interpretato come un segno di disappunto degli Emirati per la crescente competizione nello Yemen. Ma le divergenze tra sauditi ed emiratini sono anche su questioni energetiche. All’interno dell’Opec a guida saudita, gli Emirati Arabi sono obbligati a estrarre meno petrolio di quanto non sarebbero in grado di fare e nonostante da tempo l’Unione Europea spinga per pomparne di pi. Ora la notizia che gli Emirati Arabi starebbero per lasciare l’Opec, se confermata, sarebbe un vero terremoto, capace di ridisegnare la cartina delle forze petrolifere.