A Istanbul scatta la rassegna continentale, il re di Olimpia chiamato a riscattare con la fascia al braccio (Tamberi assente) i due ko consecutivi al chiuso. Spedizione più numerosa di sempre (49 azzurri), riflesso dei trionfali Giochi di Tokyo
Per cercare di decifrare se stesso e gli ultimi accadimenti, la sconfitta da Omanyala a Lievin e il cocente ko con Ceccarelli ad Ancona, si è chiuso nel cerchio magico senza più profferir parola. Il silenzio non facilita le relazioni, speriamo la comprensione. Però Marcell Jacobs è certo di valere più del 6”55 con cui si presenta agli Europei indoor da campione in carica (6”47, Torun 2021), i riscontri cronometrici dei test su tutte le distanze sono ottimi, Istanbul con i suoi tre turni (batterie, semifinali, finale dei 60 metri, tutto sabato) offre al re di Olimpia la chiave d’interpretazione di un rebus, fin qui, intricato. Il motore gira, parte bene, ma non riesce a scaricare tutti i cavalli (di razza) nella fase lanciata. È la fluidità di corsa, senza i «buchi» degli Assoluti, la caccia grossa di Jacobs tra i vicoletti del gran bazar: nessuno, né l’inglese Prescod (6”49, miglior europeo nelle liste stagionali) né il compagno di squadra Ceccarelli (6”54), alla prima grande rassegna internazionale, gli farà sconti.
Come viatico alla riconquista della velocità, perlomeno continentale, la compagnia dei celestini ha investito Jacobs del ruolo di capitano, il leader uscente Gimbo Tamberi (che il primo agosto 2021 condivise con l’amico i dieci minuti più folli della storia dello sport italiano: doppio oro olimpico nell’alto e nei 100) manda gli in bocca al lupo da casa, fa sapere di avere scelto la guida tecnica dopo papà Marco (il nuovo allenatore di Gimbo sarà Giulio Ciotti, ex saltatore, personale di 2,31) e dà appuntamento all’aperto. Ma c’è molto più di Jacobs sotto il bandierone dell’Italia rinata dopo i fuochi d’artificio (5 ori) di un’Olimpiade spartiacque, i 49 azzurri scelti dal d.t. La Torre sull’onda di un trend di fisiologica crescita per volare in Turchia (par condicio sfiorata: 25 uomini, 24 donne), spedizione più ricca di sempre agli Euroindoor, sono i segnali della ricchezza di un movimento che può permettersi di lanciare tra i debuttanti il primatista europeo U20 in sala del lungo, quel Mattia Furlani figlio d’arte (papà Marcello altista, mamma Kathy velocista), capace di saltare 7,99 a 17 anni.
Certezze (Jacobs, Dal Molin negli ostacoli per migliorare il bronzo di Torun, Elena Vallortigara bronzo iridato comincia oggi con la qualificazione dell’alto la rincorsa al podio), ritorni dagli infortuni (Fabbri nel peso del tridente d’attacco con Weir e Ponzio, Stecchi nell’asta), rookie transitati con successo dai libri di giurisprudenza alla pista (Ceccarelli futuro avvocato), piccoli mezzofondisti con tanta voglia di crescere (Nadia Battocletti regina del cross e Pietro Arese che stamane nella batteria dei 1500 trova il mostro Jakob Ingebrigtsen), Larissa Iapichino con nelle gambe, dopo l’incoraggiante 6,69 di Berlino dietro a Mihambo, il salto giusto per salire sul treno in corsa per l’Europa.
Non c’è tempo da perdere, la stagione indoor — già cortissima — finisce sul Bosforo, molti (Jacobs in primis) si sono programmati sulle outdoor però Istanbul è uno step utile, che permette verifiche preziose. «Concependo il 2023 e il 2024 come un blocco unico che ci porta ai Giochi di Parigi — spiega La Torre —, Istanbul sarà un filtro verso i Mondiali di Budapest dell’estate e un altro passaggio importante in funzione dell’Olimpiade francese. Mai come quest’anno i nostri atleti sono stati cercati e invitati nei meeting internazionali. È significativo: non possiamo nasconderci, tutti guardano quello che facciamo, veniamo dal terzo posto nella classifica a punti dell’Europeo di Monaco. Non facciamoci illusioni, però: nessuno ci concede nulla e in generale troveremo gare tostissime, in un continente che sta sfornando fenomeni a ripetizione, da Bol a Warholm a Ingebrigtsen». Cosa aspettarsi da Jacobs? «È arrivato in Turchia per ribadire che il king è ancora lui. La sconfitta di Ancona gli ha dato uno scossone: avrà il coltello tra i denti, pronto a sfidare il rivale numero uno Prescod. In quanto a Ceccarelli, spero sia irriverente».
Nel medagliere complessivo ufficiale delle 36 edizioni disputate finora l’Italia è 9a
con 30 ori, 36 argenti e 33 bronzi: un totale di 99 medaglie. Bacio in fronte del presidente Stefano Mei a chi acchiappa la numero cento.
2 marzo 2023 (modifica il 2 marzo 2023 | 07:31)
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