In italia neppure un bambino su 4 ha un posto al nido. La conciliazione deve essere pensata per i due genitori. Nel 2008
sono venuti alla luce 576.659 bambini, 183 mila pi di quelli nati nel 2022, record negativo della nostra storia
Sette e Mezzo la rubrica di Lilli Gruber sul magazine 7. Ogni sette giorni sette mezze verit. Risposte alle vostre domande sull’attualit, il mondo, la politica. Questa puntata uscita sul numero di 7 in edicola il 6 maggio. La proponiamo online per i lettori di Corriere.it
Cara Lilli,
vorrei sottolineare la dimensione patriarcale dei provvedimenti statali a favore della natalit. La colpa della denatalit non certo solo delle donne.
Giuliano Benuzzi
Cara Lilli,
gli occidentali hanno deciso di non fare pi figli. Tra le cause c’ il “femminismo”: le donne devono fare carriera. Il tema “culturale”, pi che economico. ilveridico88@gmail.com
Cari lettori,
la crescita della natalit italiana si inceppata nel 2008:
quell’anno sono venuti alla luce 576.659 bambini, circa 13 mila pi dell’anno precedente, 8 mila pi del successivo e, soprattutto, 183 mila pi di quelli nati nel 2022, record negativo della nostra storia. Vale la pena ricordare che nel 2008 si aperta l’ultima Grande Crisi, che dagli Stati Uniti ha travolto l’Europa e qui si radicata. Austerity stata la parola chiave del decennio successivo e, anche prima dello scoppio della pandemia, le incertezze economiche hanno attanagliato gli italiani. Timori che il Covid ha approfondito.
in questo quadro che bisogna affrontare un discorso sull’impulso alla natalit, che – ha ragione il governo – una questione seria e importante: non perch ci sia da temere un’inverosimile sostituzione etnica da parte degli stranieri (il cui apporto, anzi, determinante per il 9% del Pil), bens perch i giovani portano vitalit al Paese e futuro. Un’indagine di Forum/You Trend, realizzata per Sky un paio di settimane fa, riferisce che solo il 15% degli intervistati indica in un cambio culturale la decisione di non fare figli: tutti gli altri spiegano invece che in Italia mancano opportunit e asili nidi, oltre all’aiuto per le famiglie e alle prospettive di carriera per le madri.
Soltanto poco pi dell’1% della spesa pubblica destinata al sostegno della famiglia: in Germania siamo al 3,3%. Giorgia Meloni ha ragione a voler aumentare questo indicatore, ma finora non si capisce bene come. cominciato il dibattito su una vaga proposta di abbassare (o togliere) le tasse per chi fa figli: peccato che il costo della misura (un primo calcolo parla di 72 miliardi di euro) sia insostenibile. La leva fiscale sarebbe di grande aiuto, ma non basta. Gli asili nido in Italia coprono circa il 25% dell’utenza, in Spagna e Portogallo raggiungono il 50%, per non parlare dei Paesi nordici.
Il Pnrr avrebbe dovuto cambiare radicalmente le cose, creando 264.480 nuovi posti tra asili e scuole dell’infanzia entro la fine del 2025. Ma siccome non riusciremo a rispettare le scadenze, il progetto subir un ridimensionamento. Va infine detto che nel 2019 oltre 25 mila genitori (quasi tutte madri) con bimbi sotto i 3 anni si sono licenziati per impossibilit di conciliazione tra lavoro e cura dei figli. Difficile credere che le nuove norme sui contratti possano invertire questa rotta. Quando si parla di natalit, bisognerebbe partire da qui. Ps: a proposito delle colpe del femminismo, la Treccani lo spiega cos: Il femminismo un movimento che si oppone alla concezione tradizionale della donna come subalterna e inferiore all’uomo. Vogliamo forse tornare indietro?
15 maggio 2023 (modifica il 15 maggio 2023 | 06:49)
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