Oro olimpico a Mosca 1980, quando mor, dieci anni fa, le Ferrovie gli dedicarono il primo Frecciarossa 1000
Diciannove e settantadue, un tempo entrato nella storia a Citt del Messico nel 1979 quando un ragazzo bianco, italiano del Sud, corse i 200 metri scendendo sotto i 20 secondi. Un primato durato 17 anni e che ancor oggi resiste in campo europeo. Pietro Mennea, il ragazzo che non aveva piste a disposizione nella sua Barletta ma aveva lo stesso scelto di correre, e veloce, sfidando in strada le motorette sui 50 metri, entrava non solo nel Pantheon degli atleti, ma nella leggenda. Diventando un simbolo di riscatto con quei secondi guadagnati centimetro dopo centimetro con muscoli nervosi e volont di ferro. “Freccia del Sud” fu subito soprannominato con titolo finito dritto in una fiction interpretata da Michele Riondino, mentre le Ferrovie gli avrebbero intitolato il primo esemplare di Frecciarossa 1000, con cerimonia davanti all’allora presidente Napolitano, il giorno della sua scomparsa, 21 marzo 2013.
Per trovare una pista su cui allenarsi, il giovane Pietro, futuro campione olimpico (a Mosca 1980, partenza lenta, rimonta finale in zona portento), ha dovuto trasferirsi a Formia e l, nella fabbrica dei campioni, impara a farsi lanciare in avanti da un gigantesco elastico teso all’altezza dei reni come ha scritto Gaia Piccardi sul Corriere nel 40 anniversario del record di Citt del Messico. In quell’occasione Piccardi racconta di avere chiesto un ricordo al veneto Gianfranco Lazzer, velocista anche lui e amico: insieme in quella Universiade messicana conquistarono l’oro nella staffetta 4×100. Schivo, allegro in compagnia, buono come il pane. Non vera la leggenda del monaco sempre in astinenza: sapeva trasgredire, e lo faceva solo con me, bevendo birra. I bambini dovrebbero studiarlo a scuola, per la sua storia e la sua determinazione.
Venti giorni prima di morire mi ha telefonato e non mi ha detto niente. Della malattia, delle cure, niente di niente. Era cos. Come
se dise?
Riservato fino alla fine. Riservato ma anche inquieto: Praticava la velocit come un lavoro, ha detto a Famiglia Cristiana
Livio Berruti, il rivale di specialit che l’ha preceduto nel trionfo Olimpico del 1960 a Roma: Era pragmatico, mentre io sono un idealista. Il nostro fu uno scontro come tra filosofi greci. Mennea era dotato di energia infinita: una laurea in Scienze politiche a Bari, su consiglio di Aldo Moro; poi in sequenza altre 3: Giurisprudenza, Scienze motorie e Sportive, Lettere. La politica, seconda grande passione, lo port a candidarsi, oltre che in Europa, alle Politiche 2001, guadagnandosi la citazione nella canzone di Samuele Bersani
Che vita!, che molto spiega dell’Italia di allora: Mennea e Sara Simeoni/son rivali alle elezioni (pure Sara, anche lei oro a Mosca 1980 nel salto in alto, flirtava con la politica). Ma il rovello numero uno per lui restava la corsa, grande artefice del suo riscatto. Si ritira e torna in campo, gareggia fino a 35 anni quando, in una chilometrica intervista a Gianni Min, Finalmente corro per me, si chiedeva: patetico seguire la propria passione oltre l’et? Pensa che bello: questa volta non ho l’ obbligo di arrivare primo, ma solo il piacere di una sfida in teoria impossibile. Che gusto!.
19 marzo 2023 (modifica il 19 marzo 2023 | 08:07)
© RIPRODUZIONE RISERVATA