Lo sceneggiatore svolge la sua attivit a Genova: gli incontri nelle scuole, nelle carceri e in tutte realt a rischio devianza. Sento di dover andare dove c’ il dolore
Piantala! Hai rotto con ’sti racconti, i disegni, il tuo lavoro!. E l, davanti a un centinaio di studenti, scatta la scintilla: istituto professionale di Carpi, Lorenzo Calza al suo debutto da testimonial-fumettista raccoglie la sfida lanciata dai pi turbolenti: Portatemi un blocco di carta. Pennarellone. Okay, ragazzi, adesso scriviamo una storia di droga… Forza, sparate un nome. “Giacomo” grida uno. Forza, inventiamoci un luogo, una situazione. Sparano cavolate, spavaldi. E io scrivo tutto quello che mi suggeriscono. Restano spiazzati. Un lenzuolo di appunti. Mi sento come un trapezista senza rete, sudo. Come d’incanto i fili si annodano. La storia di un ragazzo che di notte va al parco per farsi la sua prima dose di eroina… Non svelo intreccio e finale, rester un nostro segreto. Per ricorder per sempre quella faccia che all’inizio mi guardava con disgusto. Quasi tutti i dialoghi sono stati i suoi. Sapeva di cosa parlavamo, ed stato il migliore.
Era il 2007. Da allora Lorenzo Calza, 52 anni, romanziere (la spy-story La commedia finita e Panico fanta-horror dai risvolti sociali) che vive a Genova dove anche sceneggiatore nello staff di Julia, criminologa dei fumetti Sergio Bonelli Editore, ha messo a disposizione di tanti ragazzi il suo talento per aiutarli a tirar fuori il bello e il brutto che ciascuno si porta dentro: non solo con lezioni di scrittura creativa, ma anche calandosi nelle vite difficili di quelli segnati dalla malattia o cresciuti in contesti a rischio devianza. Il processo di costruzione di un racconto ha un risvolto terapeutico, pu vincere blocchi emotivi, ansia, depressione. Anche realizzando un fumetto dove la tecnica della messa in scena interagisce con i meccanismi del disturbo psicologico e del disagio, perch induce la mente a organizzare il rapporto tra immagini e parole.
Non mi sento affatto un educatore, tantomeno psicologo. Piuttosto un demiurgo: Raccolgo stimoli, indirizzo con la tecnica, coinvolgo. Come avvenuto con Idris (nome di fantasia): chiuso in una sorta di sindrome di hikikomori, divorava film, videogame e fumetti, capii che bisognava rompere quel guscio che si era costruito per proteggersi dall’ambiente intorno, spaccio, devianza, criminalit. La chiave di volta fu catturare la sua fiducia per scrivere insieme una commedia. C’ voluto tempo. Sono un affabulatore, questo mi aiuta, ai ragazzi bisogna parlare offrendo agganci in cui possano riconoscere possibilit di una sponda alle loro passioni. E alla fine Idris ha buttato fuori un po’ di quello che si portava dentro. E prima c’era stato Luca, autistico: Un super-fumettista. L’ho affiancato per sei anni. Quando la psicologa mi mostr le sue opere gigantesche mi si aperto un mondo: oggetti incastonati in personaggi a loro volta incastonati in oggetti, che diventano vignette e poi tornano oggetti. Mi ha catturato.
Ne uscito un libro: Ho imparato a fidarmi di te. Ed nata un’amicizia, come stato per gli altri sette-otto percorsi individuali che hanno coinvolto Lorenzo. M’innamoro di ogni caso. Non ne approfitto per creare business, il lavoro che mi d lo stipendio un altro. Bisogna andare dove c’ il dolore per guardare negli occhi la vita. Sono un narratore realistico, mi nutro del circostante e al circostante sento la necessit di restituire qualcosa. Ha condotto incontri nelle carceri: Un’esperienza estrema, emotivamente la pi dura, rinchiusi, a disposizione solo carta e matita. Al suo fianco psicologi, educatori, come quelli conosciuti collaborando ai progetti di rigenerazione urbana nei Giardini di Luzzati, o quando in pieno lockdown ha partecipato alla creazione del network di comunit GoodMorning Genova.
6 marzo 2023 (modifica il 6 marzo 2023 | 15:57)
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