Il consiglio di amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti, che si riunito in straordinaria domenica per il dossier sulla rete Tim, ha preso anche un’altra decisione sul futuro di un’altra grande azienda italiana, Ansaldo Energia, che sta attraversando una trasformazione industriale. Dopo le dimissioni a sorpresa del ceo Giuseppe Marino il primo febbraio (che andr a fare il ceo di Hitachi Rail a Londra ma che rimasto in carica per il passaggio di consegne), ha designato il successore: sar Fabrizio Fabbri.
Fabbri un manager con un lungo percorso professionale e un’esperienza trentennale nel settore Energia e Oil&Gas, che lo ha portato a ricoprire numerosi ruoli di responsabilit nelle societ americane General Electric e successivamente EthosEnergy. Ha iniziato la sua carriera nel 1988 in Ricciarelli Spa (Gruppo Sasib) per poi entrare, nel dicembre del 1989, nella toscana Nuovo Pignone, all’epoca controllata da Eni e ceduta poi a General Electric. A partire dal 2015, ha ricoperto anche l’incarico di ad di Alstom Power Italia (anch’esso gruppo GE). In questo ruolo ha gestito, in particolare, l’intero business di GE Power Services. A partire dall’aprile del 2020 entrato a far parte della struttura manageriale del gruppo americano EthosEnergy, specializzato nella produzione di turbine a gas, a vapore, generatori, pompe a valvole e componenti aeronautici.
Fabbri arriva in un momento delicato per l’azienda che ha sede a Genova e che ha come attivit principale la costruzione di centrali elettriche, turbine a gas, a vapore, generatori e microturbine, service a supporto e attivit nell’ambito del nucleare. Con la crisi del gas, l’azienda si trovata a corto di commesse (di recente ne ha ottenuta una in Azerbaijan). Il socio di maggioranza, Cdp Equity, ha dichiarato di voler procedere alla finalizzazione nei tempi tecnici dell’accordo relativo alla manovra di rafforzamento patrimoniale e finanziario che include la ricapitalizzazione dell’azienda per circa 520-550 milioni di euro. L’accordo prevede per l’adesione dei creditori finanziari. E qui c’ uno stallo, in quanto Cdp vorrebbe rimborsare almeno in parte i detentori del bond quotato in Lussemburgo, ma alcune delle banche creditrici (rumors indicano soprattutto quelle straniere) si ritengono discriminate come creditori.