Secondo Guto Harri, ex direttore della comunicazione di Downing Street, Boris Johnson «affrontò» fisicamente Carlo dopo che il principe aveva definito «spaventoso» il piano del governo britannico per deportare in Ruanda gli immigrati illegali
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
LONDRA — Boris e Carlo sfiorarono la rissa sulla questione dell’immigrazione. Il robusto scontro avvenne l’anno scorso al vertice del Commonwealth in Ruanda, quando Johnson era ancora premier e l’attuale re era ancora principe di Galles: secondo quanto raccontato ai giornali da Guto Harri, l’ex direttore della comunicazione di Downing Street, Boris «affrontò» fisicamente Carlo dopo che il principe aveva definito «spaventoso» il piano del governo britannico per deportare in Ruanda gli immigrati illegali
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L’incontro, che durò 15 minuti, fu «molto meno amichevole» di come era stato descritto all’epoca: Johnson «ci andò giù duro», rinfacciando al principe di essere un reale non eletto che criticava le azioni di un governo democratico. Carlo cercò di smorzare i toni, ma Boris ribatté che «se tu non hai detto quelle cose, allora i tuoi uomini potevano telefonare ai giornali e mettere tutto a tacere: il fatto che non è avvenuto dice tutto».
Secondo Guto Harri fra i due non correva buon sangue da anni, da quando Johnson, da sindaco di Londra, si era presentato in ritardo a un incontro col principe: la quasi-rissa sull’immigrazione fu il colpo fatale, dopo di che «i rapporti non si sono mai riavuti e Carlo sarà stato sollevato dal fatto che Boris ha lasciato il governo prima della sua ascesa al trono».
Durante quell’incontro al vertice del Commonwealth, Johnson cercò anche di dissuadere l’allora principe di Galles dal pronunciare un discorso sulla schiavitù, nel timore che potesse aprire la strada a richieste di riparazioni: «Non parlerei di schiavitù – disse Boris a Carlo – o finirai per essere costretto a vendere il tuo ducato di Cornovaglia per pagare le riparazioni». Ma il principe ignorò l’avvertimento e lesse il discorso in versione integrale, dove affermava di voler «approfondire la mia comprensione del continuo impatto della schiavitù».
Le rivelazioni sullo scontro fra Johnson e Carlo riportano al centro dell’attenzione la questione delle opinioni politiche del nuovo re: a differenza di Elisabetta, che non si era mai espressa su nulla e aveva sempre mantenuto una rigorosa neutralità, Carlo da principe di Galles ha messo il becco su innumerevoli questioni, dall’architettura ai cibi geneticamente modificati. Ed era stato accusato di indebita interferenza negli affari di governo dopo che si era scoperto che scriveva lettere ai ministri per tentare di influenzarli. Così il suo intervento l’anno scorso sulla deportazione degli immigrati aveva fatto infuriare il governo, che era già nel mirino delle critiche da parte delle organizzazioni per i diritti umani.
Cinque anni fa Carlo aveva cercato di placare i timori su un suo interventismo politico, affermando di essere del tutto consapevole che il ruolo di un re è diverso da quello di un erede al trono: «Non sono così stupido – aveva detto –. Mi rendo conto che essere il sovrano è un esercizio separato. Quindi capisco appieno come si dovrebbe operare». Eppure un recentissimo sondaggio ha rivelato che il 38% del pubblico pensa che Carlo dovrebbe intervenire nelle questioni politiche: una percentuale che tra i giovani sale al 45. Ne vedremo delle belle.
9 maggio 2023 (modifica il 9 maggio 2023 | 13:42)
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