Un nuovo studio ricorda il caso di un soldato spagnolo ferito da un proiettile che comincio a vedere il mondo capovolto e gli oggetti verdi ispirando la teoria della dinamica cerebrale
Il mondo sottosopra abbiamo imparato a conoscerlo con la fortunata serie Stranger Things, dove dalla parte opposta del mondo la realt rappresentata in modo diverso, con mostri e tempeste. Ma un pianeta capovolto, con il cielo al posto del pavimento e le nuvole come tappeti, lo ha ben conosciuto il paziente M nel secolo scorso e la sua storia, raccontata da El Pais in occasione della pubblicazione sulla rivista Neurologia di un nuovo studio sullo strano caso, rappresenta ancora oggi un indizio prezioso nell’indagine mai finita su
come funziona il cervello umano
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La storia del paziente M
Il paziente M aveva 25 anni nel 1938, quando in battaglia fu colpito alla testa da un proiettile durante la guerra civile spagnola. Due settimane dopo il soldato repubblicano riprese conoscenza e miracolosamente non ebbe bisogno di operazioni o cure particolari. L’uomo per aveva subito un cambiamento sconvolgente : vedeva il mondo al contrario. Ad accorgersene fu il medico che lo seguiva, Justo Gonzalo. Il proiettile, probabilmente sparato dai franchisti, aveva parzialmente danneggiato la corteccia cerebrale nella regione parieto-occipitale sinistra. Medico e paziente sopravvissero alla guerra e continuarono a vedersi per 50 anni, fino alla morte del dottor Gonzalo nel 1986.
Gli strani sintomi
In tutti quegli anni il medico descrisse i sintomi bizzarri di quel paziente che divent un amico. Il soldato vedeva tutto moltiplicato per tre e percepiva i colori scollati dagli oggetti come se fossero una cosa a parte, ben distinta e separata dall’oggetto stesso. Gli oggetti poi si tingevano principalmente di verde. Ma la cosa pi strana di tutti che il veterano di guerra quando non era sottoposto a particolari stimoli e riposava, vedeva ogni cosa come se fosse capovolta. Aveva una sorta di visione invertita: riusciva a leggere lettere e numeri sia in posizione normale, sia in posizione capovolta, affermando che in entrambi i casi la posizione era identica. Anche la sua percezione uditiva e tattile erano invertite, cos che suoni e tocchi apparivano nella sua mente dalla parte opposta. Gonzalo nei suoi appunti scrisse che il suo paziente vedeva uomini lavorare a testa in gi su un’impalcatura.
Il cervello e le sue capacit di adattamento
In quegli anni la maggior parte dei neurologi credeva che il cervello fosse costituito da regioni ben distinte, separate da confini netti con funzioni molto precise. Justo Gonzalo, proprio osservando le conseguenze della lesione che aveva colpito il soldato nel suo libro Cerebral Dynamics ipotizz che il cervello non fosse diviso in regioni distinte, bens interconnesse tra loro con capacit di adattamento sorprendenti. Il ricercatore era giunto all’ipotesi che l’effetto di una lesione corticale dipende dalla sua entit e posizione: l’entit condiziona l’intensit del disturbo, mentre la posizione, il tipo di disturbo. Approfondendo gli studi, propose la teoria della dinamica cerebrale, ovvero, in parole semplici, che il cervello ha le sue funzioni distribuite in gradienti, con transizioni graduali.
La ricostruzione della figlia
A distanza di anni la figlia di Gonzalo, Isabel Gonzalo, fisica e professoressa emerita all’Universit Complutense di Madrid, che nel corso della sua vita ha conosciuto il paziente M durante le sue visite in famiglia, ha rispolverato gli archivi del padre, scatoloni con centinaia di documenti e foto con l’obiettivo di ricostruire il caso aiutata dal neuropsicologo Alberto Garca Molina. Il risultato di questo viaggio nel passato il nuovo lavoro da poco pubblicato sulla rivista Neurologia. Mio padre lo ammirava, perch era una persona molto brillante, capace di prendersi cura di s e di lavorare nei campi ricorda Isabel Gonzalo. Nonostante fosse stato ferito in guerra il paziente M non percep mai una pensione ma tendeva a minimizzare i suoi disturbi con cui ha convissuto per tutta la vita. La sua identit non mai stata resa nota.
Che cosa ci racconta la storia della neurologia
La storia della neurologia racconta moltissimi tragici esperimenti naturali. Come quella di Phineas Gage, capitano delle ferrovie americane sopravvissuto a una sbarra di ferro che gli si era conficcata nel cervello il 13 settembre 1848. L’uomo prima calmo divenne aggressivo e volgare. Il neurologo di fama mondiale Oliver Sacks, nel suo celebre libro L’uomo che scambi sua moglie per un cappello raccoglie alcuni interessanti casi clinici che gli si sono presentati durante la sua carriera. Come ad esempio la storia di Jimmie, che all’et di 19 anni perse la capacit di memorizzare, rimanendo bloccato al 1945; oppure il dottor P, musicista, che scambiava idranti per bambini e si rivolgeva alle maniglie delle porte come fossero persone. Una volta scambi la testa di sua moglie per un cappello e l’afferr per mettersela in testa. Anche un altro neurologo indiano meno conosciuto, forse per il suo nome impronunciabile, Vilayanur Subramanian Ramachandran ha riportato nel suo libro L’uomo che credeva si essere morto numerose storie di pazienti. il neuroscienziato ci racconta le storie di Francesca, Susan e Mirabelle che vedono i suoni e odono i colori, letteralmente, a causa della sinestesia che mescola sensazioni, percezioni ed emozioni. Nora invece dopo un ictus negava l’evidente infermit o il giovane Ali, epilettico realmente convinto di essere morto. Pi di recente si parlato dell’amnesia anterogada di una giovane ragazza americana: dopo un trauma cranico la sua memoria ferma al 12 ottobre 2017. La ragazza non in grado di ricordare nulla per pi di 12 ore e vive sempre il presente.
14 maggio 2023 (modifica il 14 maggio 2023 | 06:58)
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