In aula la deposizione di Adelaide, la giovane che il giorno della violenza sessuale aveva ricevuto le foto con i lividi sul corpo di Silvia
«La deposizione della teste ci dà un riscontro dell’autenticità su quanto dichiarato dalla mia assistita». Così al telefono con l’Ansa Giulia Bongiorno, l’avvocata che tutela Silvia, la ragazza italo-norvegese presunta vittima di una violenza sessuale di gruppo contestata a Ciro Grillo e altri suoi tre amici genovesi. L’avvocata non era presente in tribunale a Tempio Pausania, ma ha voluto comunque commentare il racconto di una delle migliori amiche di Silvia, che aveva raccolto le sue confidenze dopo i fatti della notte tra il 16 e il 17 luglio 2019, a Porto Cervo, contestati ai quattro imputati.
La deposizione
La deposizione di Adelaide, amica d’infanzia di Silvia con la quale ha mantenuto un rapporto confidenziale molto stretto, è durata tutto il pomeriggio. All’inizio la teste ha detto di ricordare poco, poi però, quando il procuratore Gregorio Capasso le ha rinfrescato la memoria rileggendo in aula il verbale con le dichiarazioni rese ai carabinieri della compagna di Milano Duomo, ha confermato le confidenze ricevute Stando al suo racconto, Silvia l’avrebbe chiamata la notte stessa delle presunte violenze dicendo di averle subite mentre si trovava in uno stato di incapacità totale, offuscata dall’abuso di alcol. Davanti ai giudici, la teste avrebbe inoltre confermato di aver visto le foto dei lividi sul corpo di Silvia, immagini mandate a lei dalla stessa italo-norvegese tramite Snapchat ma non agli atti del processo perché il social dopo un po’ le cancella automaticamente.
8 marzo 2023 (modifica il 8 marzo 2023 | 17:58)
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