Margherita Winkler e Carlotta Onorato, ex compagne di liceo, hanno creato Blackout: un mazzo di carte e un tabellone dove, nelle caselle, si incappa in inviti tipo «non pensi che faccia caldo? Coraggio, sfilati la t-shirt». Funziona? «Sì: ci si diverte, imparando cose nuove anche su sé stessi»
Questo articolo è stato pubblicato su 7 in edicola il 12 maggio
«Dì qualcosa di spinto alla persona alla tua destra». Oppure: racconta con quanti ragazze o ragazzi sei stata/o a letto. Ma anche: «Non pensi che faccia caldo? Coraggio, sfilati la t-shirt». Lo fareste se non si trattasse di un gioco? È questa la domanda che si sono poste due giovani ragazze milanesi, Margherita Winkler e Carlotta Onorato, ex compagne di scuola al Liceo artistico ed ora socie in affari con Blackout, un gioco di società nato durante la pandemia con l’intento di rovesciare gli schemi. A metà strada tra il Monopoly e il gioco della bottiglia, Blackout vuole essere un corto circuito per tabù, convenzioni e stereotipi. «Con Carlotta ci siamo sorprese a pensare a quanti imbarazzi sul sesso esistono tra i nostri coetanei e come spesso il rapporto con il proprio corpo viene vissuto male», spiega Margherita. Mentre lancia i dadi, accanto a lei c’è sua nonna Lina Sotis, giornalista, scrittrice, notista di costume e l’inventrice del bon ton all’italiana. Inevitabile chiederle: è bon ton giocare a Blackout?
«Sì lo è» è la risposta «aiuta a vincere le timidezze che creano distanze, noi giocavamo al gioco della bottiglia, cosa c’è di più bello di sfiorarsi, darsi un bacio, dichiararsi? Il mio sogno è che a giocarci non siano solo i ragazzi, ma anche le persone della mie età, gli ottantenni…». Non sorprende dunque che Blackout abbia sì un pubblico di ragazzi (tutti maggiorenni, il gioco non è vendibile agli under 18), ma anche di adulti. «La fascia media d’età si aggira intorno ai 40 anni: i nostri amici che hanno già proposto il gioco durante qualche serata si sono divertiti senza mai sconfinare nell’eccesso. Blackout segue l’impostazione classica da Monopoly ma con una nota piccante: potrebbe essere definito il Sexy Monopoly», dice Margherita. Non è previsto un vincitore finale, perché il senso del gioco è nell’esperienza e nel concetto no-tabù che induce nei partecipanti.
LINA SOTIS: «ANCHE UNA VECCHIA COME ME LO PUÒ FARE. CON IL GIOCO DELLA BOTTIGLIA MI SONO DATA I BACI PIÙ DIVERTENTI»
«Gli obblighi e probabilità del vecchio Monopoly aggiornati dalla nostra chiave anti-tabù offrono al giocatore la possibilità di lasciarsi andare e chissà, di dare avvio a qualcosa di più». Composto da una scatola contenente una tavola, un mazzo di 52 carte, 2 dadi da gioco, Blackout è irriverente già a partire dalle 8 pedine, che sono dei profilattici personalizzati. Il punteggio ottenuto fa muovere le pedine in una casella che invita il giocatore a fare qualcosa di imprevedibile oppure a bere un drink. «Anche l’alcool è stato inserito in una chiave liberatoria e in parte assolutoria: prima ancora che i giocatori decidano autonomamente di bere durante il gioco, abbiamo deciso noi di regolare questo momento, consentendo ai giocatori di farlo. Tra noi ragazzi lo chiamiamo lo shottino del coraggio, per darci quella piccola marcia in più per affrontare magari un primo appuntamento che ci imbarazza», spiega Carlotta che ora studia allo Ied con l’obiettivo di lavorare nella moda.
Tutto è pensato per arginare i dubbi, mettere a tacere le incertezze, non aver più paura di fare la prima mossa e svelarsi per come si è veramente. Figlie della generazione Z, Margherita e Carlotta hanno immaginato un board game in cui fare cose considerate “anormali” è normale e in cui la persona da baciare può anche essere dello stesso sesso. Anche la competizione è azzerata: non c’è nessun vincitore e dal gioco ci si può ritirare in qualsiasi momento. «Nessuno è obbligato a fare nulla, ci si può ritirare in qualsiasi momento e al massimo si può rimanere in reggiseno e slip: che differenza c’è tra presentarsi in bikini in spiaggia o mostrarsi in biancheria? Vogliamo eliminare queste ipocrisie». La chiave è divertirsi senza timore di essere sé stessi e approfittare del gioco per scoprire qualcosa in più di chi ci sta accanto: nel percorso ci si può imbattere ad esempio nella possibilità di “7 minuti in Paradiso”. «Che significa potersi appartare con una persona di cui vogliamo scoprire qualcosa e non abbiamo nella vita di tutti i giorni il coraggio o l’opportunità di farlo. Io ad esempio ho chiesto di poter parlare con una persona che mi sembrava interessante e dopo quel momento siamo diventati molto amici», racconta Margherita.
COME FUNZIONA
– BLACKOUT GAME È COMPOSTO DA UNA SCATOLA CONTENENTE UNA TAVOLA, UN MAZZO DI 52 CARTE, 2 DADI DA GIOCO E 8 PEDINE
– LE PEDINE SONO DEI CONDOM CHE SI MUOVONO SEGUENDO L’IMPOSTAZIONE CLASSICA DEL MONOPOLY
– IL PERCORSO È FATTO DI OBBLIGHI E PENITENZE PENSATI PER ABBATTERE TABU’ E INIBIZIONI.
– IL GIOCO È IN VENDITA SUL SITO BLACKOUTGAME.ORG
Nel frattempo nonna Lina tira il suo dado: «Con il gioco della bottiglia mi sono data i baci più divertenti», racconta alle due ragazze, mentre azzarda una proposta. «Ma perché allora giovani, vecchi, ragazzi, ragazze non lanciate il dado? E se questo vuol dire togliersi la maglietta, lanciatelo ancora una volta, magari vi toglierete i calzoni. Lo può fare una adolescente, una ragazza di 40 anni, oddio adesso dico una cosa dirompente, lo può fare anche una vecchia come me. Ci stanno regalando la longevità e questi dieci, venti, trent’ anni in più di vita li dobbiamo vivere con allegria».
14 maggio 2023 (modifica il 14 maggio 2023 | 17:34)
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