Caro Aldo,
«Non faccia come i neo borbonici che hanno trasformato i quattro cadaveri trovati a Fenestrelle in quattromila, ma che dico, quarantamila. I numeri sono importanti» scrive lei. È vero, sono importanti. Ed è sulla considerazione di quei numeri che dovremmo riflettere. Fosse stato solo uno il morto di Fenestrelle, quello era un italiano che la pensava diversamente e andava trattato come un italiano dissenziente e non come un nemico o un traditore. Questa è le vergogna di Fenestrelle, non il numero dei morti, ma l’idea che gli italiani del Regno di Napoli non fossero italiani. La prego non mi accusi di neoborbonismo, non lo sono. I Borboni di Napoli stavano dalla parte sbagliata della Storia e per questo era giusto che fossero messi fuori gioco. I vincitori, però, fecero l’Italia geografica, non fecero gli italiani. Dopo Cavour la classe dirigente fu mediocre e non all’altezza del grandioso progetto di fare gli italiani.
Fidelio Perchinelli
Caro Fidelio,
Lei ha ragione su molti punti. La morte di Camillo Benso di Cavour, genio di statura europea, lasciò un vuoto incolmabile. I primi decenni di storia unitaria, sino all’avvento di Giovanni Giolitti, sono segnati da un conservatorismo ai limiti della reazione, con re Umberto che decora il generale Bava Beccaris per aver cannoneggiato gli operai milanesi. Ricordi però, gentile signor Perchinelli, che sul Vittoriano, il monumento a Vittorio Emanuele II, è scritto non solo «patriae unitati», all’unità della patria, ma pure «civium libertati», alla libertà dei cittadini. Il Risorgimento non si limitò a unificare la nazione; segnò la fine dei ghetti e delle forche, dei tribunali ecclesiastici e del potere temporale del clero, l’avvento della scuola pubblica, gratuita e obbligatoria, insomma l’inizio del cammino verso l’uguaglianza tra i cittadini. È vero che Vittorio Emanuele non volle cambiare nome e diventare «primo»; ma è vero che spostò la capitale dalla città in cui era nato e cresciuto, Torino, per portarla prima a Firenze (dove la pena di morte era già stata abolita), poi a Roma. Aveva pensato di fissare la capitale provvisoria a Napoli, ma poi saggiamente rinunciò perché, disse, «da Napoli non si potrà più andare via». Napoli era infatti di gran lunga la più popolosa città italiana. È vero che dopo l’unità è cresciuta meno di altre città, in termini demografici e industriali. Così come è vero che dopo l’unificazione ci fu al Sud una guerra civile. Ma è disonesto presentarla come una guerra del Nord contro il Sud. I primi nemici e le prime vittime dell’alleanza tra briganti, partigiani dei Borbone e nostalgici del potere temporale del clero furono i borghesi e i popolani meridionali favorevoli all’unità, cui si dovette principalmente la vittoria finale, come dimostra Carmine Pinto nei suoi bei libri pubblicati da Laterza «La guerra per il Mezzogiorno» e «Il brigante e il generale» (dove il brigante è Crocco e il generale è Pallavicini).
LE ALTRE LETTERE DI OGGI
L’ingiustizia
«La cartella esattoriale per mio padre morto nel 2014»
L’Agenzia delle Entrate ha notificato a nome di mio padre Gianni, deceduto a maggio 2014, una cartella esattoriale di 36,15 euro per il mancato pagamento di un intervento di Pronto soccorso effettuato nel 2012 (!). Premesso che pagherò senza verificare se la richiesta sia corretta perché mio padre si era comunque avvalso di un servizio che deve essere pagato, non posso non porre alcune domande e condividere alcune (amare) considerazioni. Come è possibile che l’Agenzia delle Entrate non sappia che mio padre è deceduto o, peggio, sapendolo, come può avergli inviato una cartella? Come è possibile che i sistemi informativi dell’Agenzia e quelli dell’Anagrafe non si parlino? Quanto è costata alla collettività per l’inefficienza dell’apparato burocratico la gestione di questa richiesta? Resto senza parole se penso che per processare la pratica lo Stato ricaverà molto meno di quanto ha speso per il tempo dell’impiegato che ha avviato la procedura e il costo della raccomandata. Le cause di tutto ciò sono varie, a partire dal ritardo nella digitalizzazione di una Pubblica amministrazione che dimostra tutta la sua inefficienza, la mancanza di innovazione, come ad esempio l’applicazione delle logiche di gestione usate dalle banche che non rincorrono crediti il cui costo di recupero è superiore al credito stesso, e potrei andare avanti. Vorrei sperare che magari, attraverso il Corriere, questa lettera possa arrivare al ministro della Funzione Pubblica Zangrillo ed essere da stimolo per un’urgente quanto necessaria riforma della Pubblica amministrazione.
Aldo Guastella
INVIATECI LE VOSTRE LETTERE
Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.
MARTEDI – IL CURRICULUM
Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino
Invia il CV
MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO
Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai.
Invia l’offerta
GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA
Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica
Segnala il caso
VENERDI -L’AMORE
Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita.
Racconta la storia
SABATO -L’ADDIO
Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno.
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DOMENICA – LA STORIA
Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia.
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LA FOTO DEL LETTORE
Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.
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