Caro Aldo,
la signora Roccella, al Salone di Torino, ha provato ad esprimere il suo punto di vista sulla famiglia. Non ha potuto farlo, ma quello che mi ha pi colpito stato il sostegno dato a questa forma di dissenso fatto da chi ogni santo giorno usa l’altro termine di moda antifascismo.
Gianfranco Comi
Era la presentazione di un libro. Bisognava farla presentare e poi intervenire se di diversa opinione in modo corretto. A parti invertite che si sarebbe detto?
Biancamaria Gori
I fascisti veri sono quelli che impediscono di parlare agli altri. Lei c’era al Salone? Che idea si fatto?
Giacomo Piccirillo
Cari lettori,
Non ero al Salone, negli ultimi anni a differenza del passato l’ho frequentato poco, per la semplice ragione che non mi invitano. Comunque non occorre esserci stati per sapere che al Salone del Libro si presentano i libri e se ne discute. Impedire una presentazione e una discussione un fatto di incivilt, che a mio avviso non pu essere difeso. Servire la propria causa in questa maniera significa renderle un pessimo servizio. Ci premesso, eviterei di parlare di fascismo e antifascismo. Ormai si parla di antifascisti come se fossero una setta, un corpo estraneo alla societ, un gruppo di retrogradi fanatici che non hanno capito come va il mondo; mentre l’antifascismo dovrebbe essere un’ovviet e insieme un patrimonio prezioso e comune, come l’aria e l’acqua. La ministra Roccella non fascista e i suoi contestatori non sono antifascisti, e neanche fascisti rossi. Il pasoliniano fascismo degli antifascisti citato pure da Renzi non c’entra nulla. Usare la parola fascista come fosse un generico insulto significa non avere capito quale tragedia immane sia stato il fascismo, un’ideologia che applicata in forme e luoghi diversi ha scatenato una guerra mondiale da decine di milioni di morti. Certo, molti italiani non ne hanno affatto una visione negativa; ma non per questo il fascismo torner. Gi il cosiddetto antifascismo militante degli anni 70 ne era una parodia. Oggi ci sono altre ragioni di scontro, altre visioni del mondo. Confrontiamoci su queste.
LE ALTRE LETTERE DI OGGI
L’ingiustizia
I ticket mensa? Sempre pi difficile utilizzarli
Scrivo per poter vedere qualche risultato su un tema che sta a cuore a me e penso a moltissimi altri lavoratori: la limitata spendibilit dei ticket mensa. Alta inflazione e aumento dei prezzi hanno reso sempre pi difficile far quadrare i conti e anche quei pochi euro dei ticket mensa sono un prezioso aiuto, ammesso che si possano spendere agevolmente per! noto che gli esercenti accettano mal volentieri i buoni pasto per via delle commissioni e dei ritardi nei pagamenti. Diversi bar, ristoranti, supermercati ne accettano sempre meno e quelli che li accettano si inventano una giungla di regole e balzelli per non accettarne troppi. C’ chi li accetta solo sugli alimentari, chi li accetta su tutti i prodotti ma per met spesa, chi decide di punto in bianco di non accettarli pi, addirittura chi simula un guasto al lettore elettronico dei ticket (s, devo ammettere che a me capitato pure questo). Tutto ci si ripercuote su noi utilizzatori che di fatto ci troviamo un benefit monco. Il circuito dei buoni pasto dovrebbe essere come quello del bancomat, ossia accettato da tutti e senza problemi. Diversamente bene che questo benefit venga monetizzato in busta paga (come Altroconsumo sta facendo con una sua petizione) abbandonando per sempre il sistema dei ticket che ormai sta dimostrando, salvo prova contraria, di non funzionare pi.
Laura Corbelli Monza
INVIATECI LE VOSTRE LETTERE
Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.
MARTEDI – IL CURRICULUM
Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino
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MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO
Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai.
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GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA
Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica
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VENERDI -L’AMORE
Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita.
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SABATO -L’ADDIO
Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno.
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