Da sinonimo di creativit, raffinatezza ed eleganza, il Made in Italy sta diventando un’ossessione. Esiste il ministero del Made in Italy, istituita la giornata nazionale del Made in Italy (15 aprile), nasce il liceo del Made in Italy con lo scopo di promuovere competenze connesse al Made in Italy, il ponte di Messina dovr essere un simbolo di un’italianit che radicata nella nostra storia, ci sar un apposito bollino per i ristoranti che offrono all’estero prodotti enogastronomici Made in Italy al fine di contrastare l’utilizzo speculativo dell’Italian Sounding.
Viene subito in mente la scena di Quo vado quando Checco Zalone mangia gli spaghetti in un ristorante norvegese e per il disgusto smonta con un cacciavite l’insegna Cucina italiana: Non si scrive l’Italia invano, vichingo!. Nasce invece il sospetto che questo assillo del Made in Italy mascheri una ricerca d’identit, un’affermazione neanche troppo velata di sovranismo, di narcisismo patriottico, ora che il mito nazionalista ha bisogno di un restyling.
Della dicitura Made in Italy si hanno le prime tracce nel 1926 (stesso anno in cui il fascio littorio diventa emblema del Regno), ma dagli anni Ottanta che l’affermazione mondiale del marchio si deve solo al bello e al ben fatto, al prestigio, alla qualit. All’eccellenza, non a un decreto
21 maggio 2023, 06:46 – modifica il 21 maggio 2023 | 06:46
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