Nell’intervista di copertina, in edicola da domani, la conduttrice, attrice e imprenditrice racconta per la prima volta la fine della sua relazione con Carl Hirschmann, l’imprenditore svizzero con cui ha avuto le gemelle Gaia e Gioia
Fiammetta Cicogna conduttrice, attrice (era la bionda stylist Monica nella serie Made in Italy sulla nascita della moda italiana) e imprenditrice, nell’intervista di copertina del settimanale F di Cairo Editore, in edicola da domani, racconta per la prima volta in esclusiva la fine della sua relazione con Carl Hirschmann, l’imprenditore svizzero con cui ha avuto le gemelle Gaia e Gioia, che oggi hanno 3 anni e mezzo. Qui, un estratto della conversazione.
Ma non tutto è come sembra.
«I social ci hanno abituato a pensare che la vita degli altri non conosca momenti bui. La cultura borghese ci ha insegnato che “i panni sporchi si lavano a casa” così che per anni le donne hanno nascosto e vissuto in solitudine violenza domestica, aborti, depressione post partum. In questa intervista voglio raccontare apertamente perché è finita la relazione con il mio compagno, perché spero di aiutare qualche donna a valutare meglio la situazione in cui vive. Non provo assolutamente nessun rancore nei suoi confronti, anzi. Ma nella società di oggi credo ci sia bisogno di più sincerità».
Come vi siete conosciuti?
«Mi ha visto a un’asta di beneficenza e mi ha puntata. Chi mi conosce gli ha detto: “Lascia stare, è una brava ragazza”. Ma lui si era fissato, è stato un martello per mesi fino a quando, nel 2014, ci siamo messi insieme. Io avevo 26 anni, lui 34. Come l’ha conquistata? Bellissimo, simpatico, interessante: resistergli era impossibile. Ma soprattutto è stato l’unico ad accorgersi del mio lato rock, a capire che nell’ambiente borghese di Milano ci stavo stretta. Infatti Carl per me è stato libertà. Però, molto presto, è diventato anche la mia prigione».
Spieghi.
«Prigione perché, sbagliando, ma in modo consapevole, mi sono dedicata totalmente al nostro amore, ai suoi spostamenti e al suo lavoro, abbandonando il mio per restare al suo fianco. Eppure mi era chiaro da subito che un uomo così sarebbe stato un mal di testa, lo sapevo, ma mi sono lasciata comunque avvolgere. Ero innamorata persa e sono caduta nella solita trappola: con me cambierà, io lo salverò».
Diceva delle donne.
«Le ha sempre attirate. Non importava se c’ero io al suo fianco, anche con il pancione, arrivavano come api sul miele. Soprattutto quando abbiamo ripreso la nostra vita trasferendoci a Londra. Purtroppo alcuni uomini hanno sempre bisogno di sedurre, una spiccata parte femminile che fa sentire le donne comprese. Da morire di gelosia. Lo sono stata molto ma non l’ho mai fatto notare e ho sbagliato. Ho imparato da questa esperienza che nelle relazioni bisogna essere sinceri, con se stessi e con il partner dall’inizio. Lui con me in realtà lo era stato: mi disse subito che voleva avere la libertà di conoscere ed esplorare altri esseri umani, donne comprese. Per alcune coppie può anche funzionare se tutti sono felici, ma io non lo ero e questo ha incrinato piano piano il rapporto».
La stessa libertà valeva anche per lei?
«A me basta amare un uomo solo e lui lo sapeva. Mi amava anche per questo. Forse sono stata ingenua, ma lui aveva questo talento di farti sentire in certi momenti la donna più importante e questo mi bastava, mi sembrava di aver trovato il mio posto nel mondo».
Le bambine hanno sofferto la separazione?
«Credo che i bambini stiano meglio nel sentire entrambi i genitori sereni. La nostra coppia era bellissima ma insieme eravamo tossici l’uno per l’altro, ci combattevamo silenziosamente. Sapevamo quali erano i nostri punti deboli e li sfruttavamo per colpirci, io sempre con il mio sorrisone: sei più forte tu, no sono più forte io».
14 marzo 2023 (modifica il 14 marzo 2023 | 21:36)
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