Nove nomination agli Oscar per la terza versione cinematografica del romanzo di Remarque
«All’Ovest niente di nuovo», o anche «Niente di nuovo sul fronte occidentale», di Edward Berger, dopo aver conquistato 7 premi Bafta si avvia alla serata degli Oscar forte di 9 nomination, fra cui quella del film straniero: è la terza versione cinematografica, dopo la prima celebre del 1930 di Lewis Milestone (coeva di “West front” di Pabst) e il remake del ’79 del grande e rinomato romanzo di Eric Maria Remarque che gli costò l’esilio in Svizzera dopo che i nazisti avevano bruciato in piazza il suo libro condannato per essere pacifista. Il romanzo fu pubblicato su un giornale alla fine del ’28 ed apparve come volume nel ‘29 in Germania con un enorme successo che lo fece tradurre in 32 lingue e un totale di vendite di oltre 2 milioni e mezzo. Ma la cosa non passò inosservata a Goebbels che mise all’indice il libro e lo bruciò in pubblica piazza il 10 maggio 33.
Anche in Italia, opportunamente tradotto, la Mondadori ebbe notevoli difficoltà nella diffusione del romanzo che ebbe il successo che meritava dopo il 45 perché condannava quella guerra, la prima mondiale, ed ogni guerra venuta dopo, equiparandole nella disumanità. Il nuovo film di Edward Berger segue il libro e vede al centro un giovane studente di una città tedesca, Paul Baumer, che come i compagni, si fa convincere dai professori e dall’atmosfera ad arruolarsi in una guerra praticamente già persa, facendo leva sui concetti di onore e di amor patrio. Hanno tutti 19 anni e andranno incontro a una tragica fine: l’avventura bellica, disegnata quasi come una passeggiata nella Storia cheli renderà immortali, si rivela subito, la prima notte in trincea, una tragedia e poco alla volta i ragazzi cadono sul fronte francese non senza aver dato un ultimo sguardo a qualche ragazza del luogo.
Il film parla del cameratismo e dei pochi momenti pacifici della vita sotto le bombe, nel bunker della trincea o quando Paul e un amico vanno a rubare una gallina per sfamarsi. Coscienti di essere mandati al macello (come poi mostrerà Stanley Kubrick nel suo grande “Orizzonti di gloria”), i ragazzi vivono ciascuno a suo modo la lontananza dalla famiglia, dalla madre, dalla moglie e qualcuno dai bambini. Quello terribile in cui sono catapultati è un mondo da incubo e di inutile odio che non lascerà nessuno indenne e i cui ricordi si ripercuoteranno negli anni. D’altro canto il gioco dei potenti e dei generali si sviluppa cinicamente, dopo molti sforzi, fino a un patto di armistizio, che vede il crollo dei tedeschi, con 72 ultime ore di guerra, dopo le quali scoppierà finalmente la pace.
Il libro e il romanzo sono ambientati fra il 1914 e il 18 ma nel film che segue il libro non ci sono interni nella casa di Paul, tutto si svolge qui ed ora nel buio della gallerie, fra scoppi delle granate, nel camminare fra i corpi senza vita e nel raccogliere le piastrine per l’identità dei caduti. Paul, cui naturalmente ci siamo affezionati perché è il più classico dei bravi ragazzi “internazionali”, morirà per ultimo e lo ritrovano col volto quasi sereno, dopo aver fatto il possibile per salvare un amico commilitone, entrambi, come tutti, derubati del futuro. Il film è molto coinvolgente ma non spinge troppo sul lato della facile commozione, cerca di raccontare la spinta dei falsi ideali, il clima prima della repubblica di Weimar, il disfacimento di una classe di ragazzi che si preparano alla vita e invece sono sbattuti nell’orrore, orrore, e che un cast perfetto rende nelle sue sfumature di tragedia e sensibilità col protagonista, Felix Kammerer in mezzo a un gruppo di giovani e bravi attori.
Vale su tutto ancora una volta il messaggio per l’umanità reso ogni giorno più attuale e drammatico, in un film che riesce ad isolare, in 125’ di guerra atroce, anche i momenti pacifici e intimi dei ragazzi con se stessi e con gli amici, raggiungendo un insieme quasi sinfonico di toni che ci permette di essere ancora una volta spettatori di un evento passato alla storia. Quest’evento rivive sempre come fosse contemporaneo nella crudezza e nel cinismo dei suoi intenti da parte dei potenti che non considerano mai la vita dei singoli, ma li vedono solo come carne da macello, prova generale dei furori nazisti del III Reich.
8 marzo 2023 (modifica il 8 marzo 2023 | 07:25)
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