Questa mattina stata consegnata alle difese la richiesta di chiarimenti mandata dal presidente della Covisoc il 31 marzo 2021 al procuratore Figc Chin. Sabato era emersa la risposta. Ma neanche il secondo documento sembra provare che l’inchiesta parta da qui. Si parla di situazioni gestionali che meritano un attento monitoraggio
Questa mattina dagli uffici della Figc partita l’email — diretta alla casella di posta degli avvocati della Juventus — con la seconda carta Covisoc
, la nota protocollata col numero 1440 del 31 marzo 2021. stata chiesta formalmente solo ieri sera — dopo qualche anticipazione di stampa — ed stata inviata subito, questa volta senza bisogno di ricorsi alla giustizia amministrativa.
Seconda Carta Covisoc
Ma che cos’ la seconda Carta Covisoc? Si tratta della richiesta di chiarimenti inviata dal presidente della Covisoc (l’organo interno alla Figc che controlla i conti) Paolo Boccardelli al procuratore federale Giuseppe Chin. Le difese, fin qui, avevano chiesto — e appunto ottenuto solo dopo ricorso al Tar con passaggio al Consiglio di Stato che aveva respinto la richiesta di sospensiva avanzata dalla Figc — la risposta di quest’ultimo del 14 aprile (n. 10940), sei pagine in cui non viene mai citata la Juventus ma vengono forniti chiarimenti e indicazioni metodologiche sulle indagini sulle plusvalenze svolte nel passato. L’intenzione delle difese era identificare con questo documento la partenza dell’inchiesta, quindi retrodatare la scadenza dei termini delle indagini: se l’inchiesta fosse partita il 14 aprile, nel momento in cui Chin risponde, ne sarebbe conseguita che tutta l’inchiesta sulle plusvalenze Juventus si sarebbe svolta fuori tempo massimo.
Non essendoci nella risposta di Chin, come detto, riferimenti espliciti alla Juventus, le difese hanno chiesto ieri sera anche il documento precedente, scritto dalla Covisoc. Che il documento di due pagine consegnato oggi: anche qui nessuna citazione della Juventus, si parla genericamente di situazioni gestionali che, a proprio avviso, meritano un attento monitoraggio e ci anche nella prospettiva dell’adozione di potenziali iniziative istituzionali. Istituzionali, dunque, e non necessariamente disciplinari. Non sembrerebbe, quindi, che ci fosse consapevolezza di alcuna notitia criminis.
Si parla di situazioni che iniziano a presentarsi con frequenza statistica non trascurabile. L’attenzione della Covisoc in particolare si concentra sugli scambi a specchio, anche se non vengono chiamati cos. Si legge: la possibilit di ricorrere alla compensazione allo scopo di minimizzare (se non elidere) i flussi pecuniari reciproci fissando, al tempo stesso, prezzi di compravendita dei singoli assets su basi economiche di cui non sempre i fondamentali aziendali traspaiono in modo palese ed intelligibile. Il che, ovviamente, determina una certa (non auspicabile) opacit informativa che rischia di risultare viepi significativa in presenza di eventuali operazioni fra parti correlate.
Continua la Covisoc: In tale ottica la Covisoc ha effettuato un’analisi (riferita agli ultimi due esercizi) circa gli effetti sui bilanci di periodo delle societ di talune operazioni di compravendita di calciatori. L’analisi mostra quindi (in termini generali) come il cosiddetto trading dei calciatori realizzato dalle societ sportive professionistiche — pur avendo garantito copiose plusvalenze idonee a sostenere gli aggregati patrimoniali — abbia generato pochissima liquidit. Tale fenomeno, ad avviso della Commissione, non pu che destare attenzione perch rende difficile apprezzare la reale corrispondenza fra i prezzi convenuti per le singole operazioni, da un lato, ed il reale valore di mercato degli atleti, dall’altro lato. Il tema noto e sul punto Chin nella risposta ricorder la difficolt di attribuire un valore oggettivo ai calciatori e indicher la necessit di indagare in termini di sistematicit e non soffermandosi sul singolo scambio.
Il parco giocatori e le rivalutazione
Ma la Covisoc poi fa riferimento a un altro tema da analizzare, che sembra non c’entrare con le plusvalenze e che farebbe a maggior ragione ritenere che non si tratti di un documento in cui si parla di ipotetici illeciti disciplinari.
Si parla infatti della rivalutazione del cosiddetto parco calciatori che costituiscono le immobilizzazioni tipiche delle societ sportive professionistiche. opinione della Commissione infatti che — sebbene la rivalutazione sia prevista come tale da provvedimenti normativi (…) — nel caso dei clubs sussistano talune innegabili peculiarit da cui non possibile prescindere. In particolare il patrimonio delle societ di calcio sovente rappresentato in misura preponderante da intangibles (tra cui il parco giocatori) il cui fair value non di agevole identificazione. Anche su tale specifica tematica la Commissione ritiene di dover intraprendere un percorso di analisi condivisa.
Si propone perci un tavolo di lavoro comune. Le difese avevano quindi chiesto anche il verbale che documenti il cosidetto tavolo di lavoro che si svolto il 7 aprile: verbale che per, la risposta, non esiste perch l’incontro stato informale, ulteriore indizio che saremmo al di fuori di un procedimento disciplinare.
14 marzo 2023 (modifica il 14 marzo 2023 | 14:24)
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