Con un«rescriptum» il Pontefice ha disposto l’abrogazione dei privilegi per gli immobili degli enti abitati questo «per far fronte agli impegni crescenti nei confronti dei bisognosi».
Papa Francesco ha disposto l’abrogazione dei privilegi relativi al patrimonio immobiliare.
In pratica con un «rescriptum» il Santo Padre ha imposto ai cardinali e a tutte le figure apicali della Santa Sede di pagare l’affitto degli immobili dove vivono di proprietà degli enti, oppure di rinunciare a condizioni di particolare favore.
Si parla oltre che di cardinali, di capi dicastero, presidenti, segretari, sottosegretari, dirigenti. Lo ha reso noto il portale del Vaticano, spiegando che tale decisione è stata presa «per far fronte agli impegni crescenti che l’adempimento al servizio della Chiesa Universale e ai bisognosi richiede un contesto economico quale quello attuale, di particolare gravità».
In base a questa disposizione, gli Enti propietari degli immobili dovranno perciò praticare i prezzi normalmente applicati nei confronti di quanti siano privi di incarichi di qualsiasi tipo nella Santa Sede e nello Stato della Città del Vaticano.
Anche le Domus dovranno applicare le ordinarie tariffe stabilite dal proprio organo amministrativo. Il provvedimento non ha valore retroattivo, ma dopo la naturale scadenza dei contratti possono essere prorogati o rinnovati solo nel rispetto della nuova disposizione.
1 marzo 2023 (modifica il 1 marzo 2023 | 18:31)
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