La proposta della garante per l’infanza e dell’adolescenza Carla Garlatti: alzare il divieto da 14 a 16 anni e usare l’identit digitale per controllare la vera et di chi si iscrive
Essere in possesso di un’identit digitale per poter frequentare i social a partire dai 16 anni d’et: questa la proposta avanzata qualche giorno fa dalla Garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti in risposta a quella francese che vuole consentirne l’accesso a partire dai 15 d’anni d’et. Il disegno di legge francese, passato a larga maggioranza all’ Assemble nationale, del leader centrista Laurent Marcangeli. L’obiettivo quello di tutelare i pi giovani da possibili effetti nocivi dal navigare sui social network. Vogliamo provare a regolare un mondo senza regole, ha osservato l’autore della proposta, pap di due bambine di 8 e 10 anni.
In Italia per legge l’iscrizione vietata ai minori di 14 anni, ma un divieto facilmente aggirabile perch nessuno controlla che l’et dichiarata corrisponda a quella vera. Il ddl francese prevede che siano le piattaforme a monitorare i dati anagrafici degli utenti attraverso le regole di verifica dell’Arcom, l’autorit di regolamento della comunicazione audiovisiva. L’Autorit garante italiana invece propone l’introduzione di una sorta di Spid per l’iscrizione a tutti i social. Il che sembra garantire pi efficacia nella verifica dell’et degli iscritti rispetto al semplice divieto di legge, come fa notare la Garante, raggiunta telefonicamente. Introducendo una sorta di Spid, spiega Garlatti, oltre a puntare su una verifica effettiva dell’et dichiarata demandandola a un organismo terzo che ne tuteli la privacy, si previene anzich curare. Pi che pi che sanzionare le piattaforme, come accadrebbe in Francia, rischiando cos di rimediare dopo che il danno stato fatto, si preverrebbero le violazioni nell’interesse della tutela del minore.
Il regolamento europeo sulla protezione dei dati indica i 16 anni ma consente agli Stati membri di individuare l’et che ritengano opportuna sino a un minimo di 13 anni. L’Autorit garante italiana, sottolinea Garlatti, ha sempre sostenuto la soglia dei 16 anni perch un’et che indica un momento di passaggio importante nel nostro sistema giuridico. A 16 anni si pu contrarre matrimonio, riconoscere un figlio, si possono esercitare diritti che derivano da una creazione di un’opera propria. Non sono pochi i Paesi che indicano la soglia dei 16 anni, penso alla Germania, al Lussemburgo, ai Paesi Bassi – ricorda Garlatti – ragion per cui probabile che quella sar la soglia anche nel nostro Paese. L’idea di una sorta di Spid per le attivit social sembra aver trovato una sensibilit condivisa. Infatti la proposta dell’Agia stata formulata a seguito di un confronto con diversi tavoli dello scorso esecutivo e rinnovata in una nota trasmessa all’attuale Presidente del Consiglio, Giorgia meloni, per sollecitare un’attenzione su questi temi.
In ogni caso, anche una volta garantito l’accesso solo ai maggiorenni digitali, questo non baster a garantire un comportamento digitale consapevole – fa notare Garlatti – perch i ragazzi non si rendono conto dei rischi a cui vanno incontro quando postano un’immagine, che una volta pubblicata per sempre, perch anche se ne viene chiesta la rimozione ormai ha cominciato a circolare. Ecco perch la Garante per l’infanzia e l’adolescenza ritiene sia necessario un corso di educazione digitale nelle scuole, a partire dalle primarie. A tal fine ha sollecitato il ministero dell’Istruzione per la costituzione di una Consulta dei diritti e dei doveri del minore nell’ambiente digitale che preveda l’inserimento dell’educazione digitale come branca dell’educazione civica.
Nel frattempo l’Agia ha gi avviato un progetto di educazione digitale nelle scuole primarie legato alla fortunata serie di Geronimo Stilton, con un kit fornito agli insegnanti che attraverso una serie di avventure e disavventure del giornalista-roditore mette in guardia i bambini dai diversi rischi in rete. Infine i bambini scriveranno, col supporto degli educatori, un Manifesto dei diritti e doveri di minori nel mondo digitale. Di educazione digitale c’ bisogno – sottolinea Garlatti – partendo dai pi piccoli perch sempre di pi si sta abbassando l’et del primo accesso al mondo digitale. Da non sottovalutare il fatto, conclude, che ne hanno bisogno anche gli adulti i quali spesso non sono consapevoli dei rischi che stanno correndo i loro figli. Per questo – conclude Garlatti – abbiamo tradotto anche un libriccino del Consiglio d’Europa, Kiko e i Molti Me, che si rivolge ai bambini dai 4 ai 7 anni. E poich si tratta di una sorta di libriccino della Buonanotte che sar letto dai genitori, contiene anche delle linee guida per loro.
7 marzo 2023 (modifica il 7 marzo 2023 | 11:00)
© RIPRODUZIONE RISERVATA