La capacit di mettersi nei panni degli altri una qualit essenziale perch ci permette di prendere decisioni adeguate quando siamo al volante , ma anche da pedoni
Non probabilmente la prima caratteristica che viene in mente quando si pensa a un buon guidatore, eppure la capacit di mettersi nei panni altrui una dote fondamentale quando ci si mette al volante. Di studiare gli aspetti psicologici, come questo, legati alla sicurezza stradale si occupa uno specifico ramo della psicologia. A Milano, all’Universit Cattolica del Sacro Cuore, c’ l’Unit di ricerca in Psicologia del traffico, nata nel 2007. Racconta Federica Biassoni, co-direttore dell’Unit di ricerca, insieme a Stefania Balzarotti: La nostra missione la ricerca sul nostro “funzionamento” quando ci muoviamo per strada come pedoni, come automobilisti o ciclisti. A monte di questo funzionamento sta la capacit di leggere l’ambiente e di raccogliere gli elementi per interpretarlo e muoversi al suo interno in modo adeguato. Tenendo conto anche del fatto che quando si in mezzo al traffico si circondati da tanti “attori” diversi e per interagire e muoversi occorre saper decodificare le loro intenzioni. Si tratta di un processo del quale non siamo del tutto consapevoli, ma che mettiamo in atto ogni volta che, per esempio, dobbiamo attraversare una strada. In questo caso dobbiamo percepire se un’auto sta arrivando, da dove viene, la velocit con cui si muove, la sua traiettoria e intuire che cosa potr fare il guidatore. Alla conclusione di questo processo di valutazione decidiamo se attraversare o no. Utilizziamo insomma le nostre risorse di percezione, attenzione, valutazione del rischio, presa di decisione.
Il ruolo dello sguardo
Qual l’elemento fondamentale di tutto questo complesso sistema? La capacit di interazione con gli altri. E qui si ritorna alla capacit di immedesimarsi nel punto di vista altrui, di cui si parlava all’inizio. Quando vogliamo attraversare una strada, o superare un’altra automobile, siamo all’interno di un “dialogo”. Quello che decidiamo di fare assomiglia a quanto accade, similmente, quando, in un discorso, regoliamo i turni di parola. Pensiamo anche al ruolo dello sguardo in tutto questo. Ruolo che abbiamo studiato, nell’ambito di una specifica ricerca, “mappando” il comportamento oculare di automobilisti e pedoni in azione per ricostruire il processo d’attenzione e la capacit di percezione delle possibili fonti di rischio.
La percezione del rischio
In che modo percepiamo il rischio? Sembrer strano, ma in questo caso l’ottimismo non aiuta. Nel valutare il rischio noi siamo inficiati da quelli che tecnicamente si definiscono “bias”
(errori sistematici nella valutazione di fatti e avvenimenti ndr). Uno particolarmente frequente e interessante nasce dalla necessit di evitare che la paura ci “congeli” nell’immobilit: in pratica, sebbene sia consapevole che qualcosa pericoloso, ritengo che il “percepito” sia per me meno pericoloso che per la media dell’umanit. Facciamo un esempio concreto: tutti sappiamo benissimo che guidare col cellulare all’orecchio non privo di rischi, ma tendiamo a pensare: “Io sono meglio degli altri, me la so cavare anche col telefonino all’orecchio, e poi lo faccio solo raramente…”. Peccato non sia vero.
La collera alla guida
Quanto conta nella sicurezza alla guida l’animosit verso gli altri automobilisti? Un altro nostro ambito di ricerca ha riguardato proprio la “collera alla guida”. emerso che chi si trova in uno stato di collera adotta pi facilmente comportamenti non sicuri, poich la funzione della collera , evolutivamente, proprio quella di aiutarci a “farci strada” tra gli ostacoli pur di raggiungere la meta. Dai dati si evince che la collera alla guida un tipo specifico di collera, causata da alcune condizioni, che si possono vivere esclusivamente nel traffico, e che rende propensi non solo a una scarsa percezione del pericolo ma favorisce comportamenti aggressivi, violazioni e l’attribuzione di colpevolezza agli altri utenti della strada.
Essere coscienti dei propri pregiudizi
Un consiglio finale allora? Gi essere coscienti dei bias e dei “pregiudizi” con cui ci si mette alla guida pu essere molto utile, e la formazione alla sicurezza stradale dovrebbe avere tra i suoi obiettivi proprio quello di potenziare queste consapevolezze, rendendo gli utenti della strada coscienti del funzionamento proprio e altrui quando si muovono su due o quattro ruote, ma anche sui propri piedi.
Ancora marginali le motivazioni ambientali nelle scelte
Un altro dei temi di cui tratta l’Unit di ricerca in Psicologia del traffico dell’Universit Cattolica di Milano la sostenibilit ecologica della mobilit. In pratica, si tratta — spiega la dottoressa Biassoni — di trovare le motivazioni veramente efficaci per convincere le persone ad usare meno l’automobile e pi i mezzi pubblici o modalit di spostamento pi sostenibili. Da numerose ricerche si visto che inutile puntare sul richiamo alla “salvezza del pianeta”: gli “idealisti” che fanno scelte ecologiche sono solo il 10-15% della popolazione, persone che non hanno bisogno di essere convinte a fare scelte “verdi” perch sono gi convinte. Ed difficile andare oltre questa bassa soglia, che sembra rimanere stabile nel tempo. Bisogna quindi agire su tutti gli altri, cio la grande maggioranza della popolazione, rendendo l’uso dei mezzi pubblici pi comodo, gradevole economico e sicuro conclude l’esperta.
Cos si valutano i requisiti per poter tornare al volante
Una costola dell’Unit di ricerca in Psicologia del traffico dell’Universit Cattolica di Milano il Servizio di valutazione, empowerment e diagnosi dei requisiti psicologici alla guida. A questo Servizio si rivolgono le Commissioni mediche locali, titolari uniche della decisione riguardo l’idoneit alla guida di alcune categorie di guidatori, quando debbono approfondire la situazione e la capacit di alcune persone, tipicamente gli anziani, ma anche chi affetto da patologie come il diabete e l’epilessia. Al Servizio milanese pu poi essere indirizzato anche chi stato trovato alla guida in stato di ebbrezza o assume farmaci con un potenziale effetto sull’attenzione al volante o chi ha un profilo psicologico che pu dare adito a dubbi relativamente alle capacit di destreggiarsi nel traffico in maniera sicura per s e per gli altri.
Colloqui e test
Come funzionano queste valutazioni? Utilizziamo, oltre al colloquio e all’osservazione clinica, diversi test validati a livello internazionale — spiega Federica Biassoni — che prendono in esame alcune delle competenze cognitive necessarie per poter guidare in sicurezza, come la velocit di reazione, la capacit di attenzione e di concentrazione, nonch la risposta a stimoli multipli. Che cosa misurano esattamente i test? Con l’aiuto di questi test, possibile misurare diverse competenze rilevanti per la guida nel traffico come: reattivit, tolleranza allo stress, percezione periferica, disponibilit a correre rischi. Altri fattori che possono essere valutati relativamente a questo contesto sono la tendenza a violare le norme o la capacit di comprendere quali possono essere le intenzioni altrui.
La patente e il senso di identit
Un lavoro complesso… Non solo complesso, lo definirei anche estremamente delicato, perch bisogna tenere conto da una parte del diritto alla sicurezza stradale, dall’altra pure del rispetto del diritto alla mobilit, le cui limitazioni possono condizionare la qualit di vita di una persona. Molte volte, inoltre, la patente contribuisce al senso di identit di una persona, specie se ha guidato per tutta una vita e alla sua possibilit di essere autonomo e avere un ruolo attivo a livello familiare e sociale. Talvolta nel corso di queste valutazioni ci impegniamo anche a spiegare perch necessario verificare che esistano le condizioni per guidare in sicurezza. Molti anziani ci dicono: “Guido da 50 o 60 anni, che problemi volete abbia?”. Il problema proprio questo: il passare degli anni. Bisogna tener presente che, anche se si perfettamente lucidi, i tempi di reazione cambiano con l’et.
La normativa italiana comunque molto tutelante: la Commissione patenti pu infatti valutare di concedere l’idoneit con alcune limitazioni, per esempio si pu essere autorizzati a guidare solo di giorno o entro una certa distanza dal luogo di residenza, oppure su tutte le strade eccetto l’autostrada, conclude.
7 marzo 2023 (modifica il 7 marzo 2023 | 13:12)
© RIPRODUZIONE RISERVATA