Putin e Xi Jinping studiano DeSantis- Corriere.it

La vera campagna elettorale americana comincia adesso, e il mondo intero sar costretto a seguirla con un’attenzione estrema. Solo con la discesa in campo ufficiale di Ron DeSantis – italo-americano – comincia il test reale alle candidature in campo repubblicano. La politica estera come sempre occupa uno spazio marginale nell’attenzione degli americani e tuttavia il nuovo presidente che verr eletto nel novembre 2024 e si insedier nel gennaio 2025 pu imprimere una svolta sull’Ucraina e il ruolo delle alleanze.

I diplomatici cinesi e russi, giapponesi e coreani, italiani francesi e tedeschi, cominceranno a mandare delle relazioni pi frequenti e pi dettagliate sul personaggio DeSantis alle rispettive capitali. DeSantis = DeSaster? Il suo principale avversario, Donald Trump, stato velocissimo nell’affibbiargli il nuovo nomignolo: disastro. Questa una specialit ben nota di Trump: incollare ai rivali un’etichetta che diventa uno slogan per sminuirli. Nel 2016 Jeb Bush era il debole, Marco Rubio il piccoletto, Ted Cruz il bugiardo.

DeSantis-disastro nasce dall’avvio effettivamente catastrofico dell’annuncio stesso: il governatore della Florida si affidato a un duetto con Elon Musk su Twitter ma il loro collegamento all’inizio stato funestato da problemi tecnici e ha perso in pochi minuti centinaia di migliaia di spettatori. A mente fredda: un episodio come questo pu diventare irrilevante, scomparso in un dimenticatoio fra qualche mese se il 45enne italo-americano risale nei sondaggi; pu invece diventare una specie di segnale premonitore se la sua candidatura affonda. Nessuno lo ricorder o tutti lo ricorderanno, a seconda.

DeSantis ha gi contro di s l’opinione dominante dei media. Questo abbastanza scontato: se sei di destra e ti scontri quotidianamente con l’indottrinamento della cultura politicamente corretta, ti sei gi inimicato i poteri forti che vanno da Hollywood ai padroni del capitalismo digitale, dal New York Times alla Cnn; se in aggiunta tu sei (finora) il principale ostacolo sulla via della conferma di Trump come candidato repubblicano, hai contro di te anche l’anima pi arrabbiata e militante del tuo partito. Senza contare il fatto che Joe Biden ha puntato su Trump come unica vera giustificazione della propria ricandidatura.

Perci non stupisce l’elenco sterminato degli errori che vengono imputati a DeSantis per spiegare la sua falsa partenza. Ne faccio una sintesi sommaria. Da sinistra lo si accusa di aver promulgato una legge che “proibisce di dire gay” (falso), di imporre pesanti restrizioni all’aborto (vero, e su questo Trump pi furbo e flessibile di lui) e di contrastare l’immigrazione clandestina (vero, ma lo fa anche Biden). Dalla destra conservatrice classica gli si imputa una pessima gestione del braccio di ferro contro la Disney che gli ha datto le apparenze di un anti-capitalista; i “falchi” di politica estera del suo partito (Mike Pence, Mike Pompeo, Nikki Haley) lo accusano di essere ambiguo sull’Ucraina e sostanzialmente filo-putiniano quanto Trump.

C’ per una ragione per cui il nomignolo DeSantis-DeSaster non molto credibile. Come governatore della Florida lui stato tutt’altro che un disastro. La Florida uno degli Stati Usa meglio amministrati, la prova pi tangibile sta nell’esodo di popolazione che abbandona Stati governati dai democratici come California e New York, per trasferirsi appunto nel Sunshine State governato da Ron. La Florida da un censimento all’altro ha guadagnato due milioni e mezzo di abitanti, lo Stato di New York ne ha persi altrettanti e cos si fatto scavalcare per popolazione (e delegati elettorali). Una spiegazione nell’ambiente normativo: meno tasse, meno burocrazia. Le agevolazioni che offre la Florida non attirano pi soltanto “evasori e pensionati”, per usare un vecchio stereotipo: oggi i nuovi flussi di ingresso sono giovani, start-up, aziende tecnologiche.

Un altro merito di DeSantis la sua gestione della pandemia. La Florida uno degli Stati dove le restrizioni sono state pi leggere e pi brevi. Ha avuto ragione lui: la mortalit non stata affatto superiore agli Stati pi rigidi, in compenso la ripresa economica stata pi rapida e vigorosa. Nel solo biennio della pandemia la citt di New York ha visto fuggire 468.000 abitanti, pi della popolazione totale di Miami. Molti non torneranno indietro. San Francisco in proporzione ne ha persi ancora di pi, il 7,5% del totale. Questi sono i numeri che DeSantis pu usare in campagna elettorale. Cos come il numero-chiave della sua ultima rielezione: nel novembre 2022 stato riconfermato governatore infliggendo uno scarto immenso (19% dei voti) al suo sfidante democratico.

E’ stato un successo significativo per almeno due ragioni: anzitutto perch in passato la Florida era il classico Stato “in bilico”, dove la vittoria di repubblicani o democratici si giocava sul filo del rasoio, con percentuali esigue; secondo, perch la trionfale rielezione di DeSantis avvenuta in concomitanza con un risultato deludente del suo partito a livello nazionale, penalizzato da troppi candidati incompetenti e trumpiani, spesso incompetenti perch trumpiani.

Per tutte queste ragioni dare subito per defunto DeSantis prematuro. Gli resta per da superare un test decisivo: sopravvivere agli assalti di quella belva da combattimento che The Donald. Finch esiste Trump impossibile prescindere da questa dimensione gladiatoria. Il carattere non aiuta DeSantis: non carismatico n gioviale, dovr “lavorare su se stesso” per rendersi un po’ pi simpatico. Il dibattito sulla politica estera avr un peso modesto nella campagna elettorale ma una visibilit enorme nel resto del mondo. Tutti aspetteranno di vedere se DeSantis ripeter lo scivolone filo-russo che fece in un’intervista in cui defin la guerra in Ucraina “una disputa territoriale”, mettendo sullo stesso piano l’aggressore e l’aggredito, e negando che gli interessi strategici dell’America siano in gioco.

A Mosca e a Pechino forse qualcuno fa il tifo per Trump o DeSantis o chiunque altro riporti l’America su una linea isolazionista. Devono mettere in conto tutte le conseguenze, per. Ad esempio, in Estremo Oriente un’America che volti le spalle ai propri alleati, o comunque diventi meno credibile nella sua promessa di difenderli, pu aprire la strada all’armamento nucleare di Giappone e Corea del Sud.

Un postilla finale sul caso Disney che occuper – a differenza della politica estera – uno spazio considerevole nelle polemiche pro o contro DeSantis. Il nocciolo della questione questo. Nelle scuole della Florida come in altre parti degli Stati Uniti era partita una campagna di educazione sessuale che tende a esaltare il diritto a scegliersi il proprio sesso, fin dalla quinta elementare, e senza il minimo coinvolgimento dei genitori, anzi presentando la scuola come un garante della libert di scelta dei bambini “contro” l’eventuale resistenza dei genitori. Per dei bambini di quell’et, in una stagione in cui le celebrity di Hollywood o della musica pop tendono a esaltare le personalit transgender, e le “identit sessuali fluide” possono diventare un fenomeno di moda con meccanismi emulativi, i pericoli meritano di essere presi in considerazione. E’ contro questa campagna – molto targata ideologicamente, che a tratti appare come un movimento di “reclutamento Lgtbq” – che DeSantis ha varato la sua legislazione contraria, approvata dal Parlamento della Florida. La Disney, sotto pressione dei suoi dipendenti – per lo pi californiani e politicamente molto schierati a sinistra – ha attaccato e denunciato la Florida. DeSantis ha reagito togliendo alla multinazionale di Hollywood i suoi privilegi fiscali (che erano ingiusti a prescindere). Il tutto alla fine diventato una rissa tra un governatore e una multinazionale dello spettacolo, con la Disney appoggiata da tutto l’establishment mediatico. E’ possibile che DeSantis abbia pagato un prezzo politico a livello nazionale. Ma il tema originario della sua battaglia raccoglie il consenso delle famiglie conservatrici e dunque non dovrebbe penalizzarlo presso la base repubblicana.