Meglio non indossarle durante il sonno (e in altre occasioni) per evitare il rischio di sviluppare congiuntiviti batteriche, con conseguenze sulla visione
«Mio figlio porta le lenti a contatto per miopia da un paio di anni. Spesso gli capita di addormentarsi senza toglierle e si sveglia al mattino con gli occhi “incollati” e rossi. Dormire con le lenti a contatto può essere dannoso per la vista?»
Risponde Andrea Lembo, medico oftalmologo, Ospedale San Giuseppe – Multimedica, Milano (VAI AL FORUM)
L’utilizzo di lenti a contatto da alternare agli occhiali è ormai diffuso, specialmente tra gli adolescenti. In alcuni casi selezionati, si può anticipare alla seconda infanzia, previo parere del medico oculista e il supporto di un bravo ottico contattologo che accompagni la famiglia ad un corretto impiego del dispositivo.
Questo è oggi plausibile grazie all’avvento di materiali sempre più confortevoli, nonché alla sana abitudine di praticare sport, momento in cui la lente a contatto può avere dei vantaggi nella qualità della vista (soprattutto per difetti refrattivi elevati). In alcune situazioni le lenti a contatto sono considerabili delle vere e proprie protesi atte allo sviluppo di una corretta visione (basti pensare ai bambini operati di cataratta congenita).
Ovviamente, come in molti dispositivi paramedici, esistono dei lati bui da non sottovalutare. È infatti insana l’abitudine di abusare di lenti a contatto, a maggior ragione durante il sonno. In questi momenti, si perde quel giusto livello di allerta e la lacrimazione è meno adatta a tollerare un “tappo di silicone” sulla superficie corneale.
Il rischio di sviluppare cheratocongiuntiviti batteriche, ovvero infezioni della cornea e della congiuntiva, non è trascurabile, e questo può esitare in conseguenze dirette sulla visione, rendendo opaco ciò che deve sempre restare trasparente. I batteri amano il caldo e il buio, e in queste circostanze sopravvivono meglio. La cornea non ha propri vasi sanguigni, quindi ha bisogno di un accesso diretto all’ossigeno per preservare le sue cellule epiteliali. L’occhio, infine, per poter funzionare bene necessita che tutti i suoi mezzi diottrici (a partire dalla cornea, la più esposta agli insulti esterni) restino trasparenti.
Nel caso specifico di suo figlio, una attenta e coscienziosa sorveglianza è d’obbligo. Il mio consiglio è quello di non far indossare le lenti per più di 8-10 ore al giorno (salvo eccezioni da discutere con il proprio oculista), e di evitarne l’utilizzo durante il riposo o quando l’occhio duole, quando lancia segnali di insofferenza, quali una scarsa o un’eccessiva lacrimazione, in caso di arrossamento o di visione appannata, nonché di forte fastidio alla luce.
Ascoltare il proprio corpo è la prima regola, la natura cerca di tutelarci sempre. Questo discorso non vale per le lenti approvate dalla FDA per dormire o per le ortocheratologiche, ossia le lenti a porto notturno, che hanno un razionale terapeutico noto in letteratura, con delle criticità da analizzare sempre con l’oftalmologo curante.
26 maggio 2023 (modifica il 26 maggio 2023 | 14:51)
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