In «Sono ancora vivo» lo scrittore ripercorre la storia di un ragazzo di 26 anni condannato a morte da un’organizzazione criminale: «Quel ragazzo sono io»
Giornalista, scrittore e sceneggiatore, Roberto Saviano esordirà anche nella regia cinematografica con il film d’animazione Sono ancora vivo (
I’m Still Alive
). Tratto dall’omonima graphic novel a firma dello stesso Saviano e del fumettista israeliano Asaf Hanuka — uno dei più importanti disegnatori israeliani che ha lavorato a Valzer con Bashir —, Sono ancora vivo è una coproduzione internazionale tra Italia (Mad Entertainment e Lucky Red), Belgio e Israele. «Il mio film è la storia di un ragazzo di 26 anni condannato a morte da un’organizzazione criminale – ha racconta Roberto Saviano a Variety —. Un ragazzo cresciuto in una terra dove, nel giro di pochi anni, la camorra ha ucciso 4000 persone. La condanna arriva a quel ragazzo perché ha deciso di scrivere quello che vede intorno a sé. Ecco. Quel ragazzo sono io. Sono ancora vivo è il film con il quale ho deciso di riportare sullo schermo quello che fino oggi ho vissuto».
Saviano vive sotto scorta dal 2006, secondo quanto disposto dall’allora ministro dell’Interno Giuliano Amato. Tutto ha avuto origine dal romanzo Gomorra (Mondadori), un caso editoriale da oltre 10 milioni di copie nel mondo, tradotto in 52 Paesi e che ha generato sia il pluripremiato film di Matteo Garrone sia la serie (5 stagioni), un successo che ha varcato anche i confini dell’Italia. Per la denuncia del sistema della camorra Saviano ha ricevuto all’epoca le minacce dei Casalesi e da quando ha 26 anni è costretto a una vita blindata.
Il legame di Saviano con il cinema e la televisione è stretto da tempo: lo scrittore ha ideato ed è autore del soggetto di Gomorra, sia il film sia la serie, della Paranza dei bambini (diretto da Claudio Giovannesi) e della serie
Zerozerozero
tratta da un altro suo bestseller. Nella graphic novel Sono ancora vivo Saviano ricorda di essere stato testimone di omicidi di camorra in strada, in pieno giorno, e di come il grande successo del suo libro abbia influito sulla sua libertà personale, costringendolo a un certo punto della sua vita a riparare su un’isola deserta quando le minacce contro di lui si sono intensificate, e un’altra volta a vivere sotto falsa identità a New York. Non senza continuare però a richiamare l’attenzione su quanto criminalità e corruzione siano profondamente radicate in Italia.
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6 marzo 2023 (modifica il 6 marzo 2023 | 17:00)
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