Tempi stretti per la governance. Ancora tensione Pd-M5S sulle direzioni
Tempi stretti per la nuova Rai dopo le dimissioni dell’ad Carlo Fuortes. Già domani il Consiglio dei ministri potrebbe indicare il successore, Roberto Sergio. L’idea è che il consiglio di amministrazione possa riunirsi al più presto, ratificare la nomina del manager che poi potrà designare Giampaolo Rossi direttore generale. Per questo la convocazione del board del 18 maggio potrebbe essere anticipata a martedì 16. Ieri a viale Mazzini si ipotizzava che già nella prima seduta potessero essere nominati i nuovi direttori di genere. Una fretta che viene spiegata con la necessità di varare i palinsesti autunnali che dovrebbero essere presentati a giugno e con l’urgenza di far ripartire i contratti che finora sono stati solo parzialmente prorogati in deroga. Tra questi mancherebbe Report, il programma d’inchiesta di Sigfrido Ranucci, al quale la maggioranza non ha mai lesinato critiche. Un caso che rischia di esplodere.
Intanto tra le file dell’opposizione c’è tensione tra Pd, M5S e centristi. L’idea che la presidente Marinella Soldi — considerata «renziana» — resti al suo posto, non piace alla Lega ma scatena anche l’irritazione del Pd, cui resterebbe la direzione del Tg3 con Mario Orfeo e quella di Andrea Vianello a Radio Uno e ai giornali radio. Mentre il M5S, grazie al patto con la Meloni, otterrebbe Radio Due per Simona Sala, le Relazioni esterne per Claudia Mazzola e pretenderebbe per Giuseppe Carboni non più Rai Parlamento ma RaiNews24. Avanza perciò l’idea che il Pd chieda la presidenza della Rai, tra i papabili c’è Antonio Di Bella, a giorni in pensione.
«La legge di riforma Rai del governo Renzi sta ancora una volta mostrando tutti i suoi aspetti nefasti per l’indipendenza editoriale e industriale della Rai», lamenta il consigliere Rai Riccardo Laganà. Ieri l’assemblea dei Cdr e dei Fiduciari della Rai ha «espresso forte preoccupazione per la situazione in cui versa l’azienda», chiedendo che si limitino i contratti con gli esterni alla Rai. Tra questi il più importante sarebbe quello di Gian Marco Chiocci, che Meloni vorrebbe al Tg1. Ma anche l’arrivo di Nicola Porro da Mediaset (che non dovrebbe andare al posto di Fabio Fazio, ma in prima serata su Rai2) solleva proteste interne.
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10 maggio 2023 (modifica il 10 maggio 2023 | 07:22)
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