L’inchiesta della procura di Catanzaro: 29 arresti. Il viaggio costava fino a 10mila euro. La mente dell’organizzazione in Grecia e in Turchia. Da Trieste a Milano, ecco dove venivano smistati gli arrivi
Un’organizzazione strutturata secondo cellule sparse tra Medioriente, zona balcanica e Mediterraneo orientale. Il traffico dei migranti verso gli Stati europei, che avveniva attraverso le coste italiane, aveva menti strategiche turche e greche. Ma anche complicit in Italia: l’accoglienza illegale, che comprendeva anche servizi di vitto e alloggio, aveva sedi in diverse citt: Crotone, Lecce, Brindisi, Foggia, Grosseto, Imperia, Milano, Torino, Trieste.
L’intera struttura criminale stata sgominata dalla polizia di Stato, che ha operato arresti in Italia e all’estero. In carcere sono finite 29 persone, accusate di associazione transnazionale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e al riciclaggio del denaro frutto dell’attivit illecita. L’inchiesta, coordinata dalla procura di Catanzaro, unica nel suo genere, perch ha svelato la filiera degli spostamenti dei migranti, che viaggiavano lungo le varie tratte, utilizzando velieri comandati da veri skipper (per lo pi russofoni), per dare meno nell’occhio.
Le partenze avvenivano dalla Turchia: i migranti erano radunati nel quartiere di Akarasay, dove ricevevano le prime indicazioni da Ibrahim Akoabdullah, alias Sadon Qit, al quale versavano la prima rata per l’attraversamento del Mediterraneo. Poi i mediatori li mettevano in contatto con altri membri dell’organizzazione che si facevano trovare alla frontiera ellenico-turca, in particolare a Salonicco. A loro i migranti versavano la seconda rata pattuita (a saldo del totale complessivo di circa 10 mila euro), poi raggiungevano Atene o Patrasso, dove facevano la conoscenza dei loro scafisti-skipper.
Giunti in Italia, i migranti trovavano ad attenderli altri soggetti della cellula cosiddetta Sud Italia. Possedevano i loro contatti telefonici personali, che la cellula turca o greca aveva fornito loro al momento della partenza. In questo modo concordavano le modalit per raggiungere Milano, dove – Ahmad Hawre e Said Abdulazit, membri della cellula milanese – li mettevano in contatto con la cellula di Trieste e Ventimiglia (Faque Hwnar Nazm), per raggiungere i Paesi europei di destinazione, una volta attraversate le frontiere italiane.
La polizia ha anche individuato chi aveva la gestione del danaro dei traffici: Amin, moglie di Mustafa, alias Grande Sheiks, la quale aveva il compito di trasferire il danaro utilizzando il servizio di Money Tr
ansfer. L’inchiesta, iniziata nel 2018, ha visto impegnate le squadre mobili di Crotone ed altre otto dell’intero territorio nazionale; oltre a squadre dell’Interpol ed Europol, turche, greche, belghe, tedesche e marocchine.
10 maggio 2023 (modifica il 10 maggio 2023 | 15:40)
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