L’allenatore dell’Inter Simone Inzaghi, sette finali e l’ultimo atto di Champions alle porte contro il City, non ha etichette. Lascia perplessi i tifosi che non vorrebbero mai vedere in campo Correa e Gagliardini
Qualche anno fa, quando Max Allegri sconfisse il Barcellona di Luis Enrique 3-0 ai quarti di Champions e poi pass indenne al Camp Nou con un capolavoro difensivo (0-0), che avrebbe condotto la Juve alla seconda finale in tre edizioni, gli fu chiesto se sarebbe mai nata la corrente dell’Allegrismo: il tecnico dribbl la domanda, perch poco interessato a una questione magari sciocca anche se simbolica, ma anche perch sapeva che la risposta sarebbe stata un no. Cos si pu stare certi che dopo 7 finali vinte da allenatore a 47 anni e l’ultimo atto di Champions alle porte, non siamo all’alba dell’Inzaghismo.
Per adesso solo Maurizio Sarri ha trovato posto nel dizionario Treccani, ma gli ismi sono dedicati ad altri maestri, a partire ovviamente da Guardiola, per finire con De Zerbi. Anche se pure attorno al culto di Simeone nato il Cholismo che adesso magari stinto, ma ha fatto del calcio difensivo e aggressivo uno dei suoi marchi. Per Inzaghi, come per l’Allegri degli anni d’oro — non quello del bis juventino senza vittorie e con pi alibi che idee — la questione non si pone nemmeno: quando la squadra va male, colpa loro, quando va bene merito dei giocatori, come diceva il grande Boskov.
Sono etichette, certo, che per non sono solo legate alle mode, ma anche ai modi: la comunicativa di certi allenatori come il loro calcio, efficace magari in determinati momenti ma poco accattivante. E in un mondo che si sposta sempre pi verso l’industria dell’intrattenimento, questo aspetto fa la differenza non solo nei gusti dei tifosi, ma a volte anche nelle scelte delle societ. Inzaghi piace finch vince e in realt anche quando porta a casa una finale tirata come quella di mercoled contro la Fiorentina, lascia perplessi i tifosi che non vorrebbero vedere in campo Correa o Gagliardini. Ma la gestione del gruppo invisibile da fuori, ed fondamentale. E pazienza se l’etichetta di allenatore gestore quasi un’offesa. Il pi vincente di tutti in Champions, in fin dei conti, non ha mai dato vita all’Ancelottismo. E se ne fatto ampiamente una ragione.
26 maggio 2023 (modifica il 26 maggio 2023 | 07:17)
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