«Mi impegno con Fondazione Veronesi per sostenerla e fare prevenzione. Sono qui perché voglio dire alle altre: ce la puoi fare, puoi anche rinascere». Con l’aiuto di donne malate e con lo sport riprendersi è più facile
Alice Agostino ha 40 anni ed è (quasi) uscita dalla tempesta iniziata durante una vacanza 11 anni fa: era una ragazza spensierata come tante e oggi è una donna operata più volte per un tumore all’ovaio diagnosticato quando aveva 28 anni. Una ragazza «fortunata» perché il carcinoma ovarico viene spesso diagnosticato in stadio avanzato ed è difficile guarire, mentre lei oggi si è lasciata la malattia alle spalle. Una ragazza sorridente, anche se il cancro l’ha privata della possibilità di diventare mamma, che oggi si impegna a portare avanti due messaggi ai quali tiene moltissimo: «Primo, sono viva grazie alla ricerca scientifica e ognuno deve fare quello che può per sostenerla: io racconto la mia storia, ci metto la faccia e corro. Secondo, dopo il cancro si può rinascere. Io ho scoperto che con l’aiuto di un gruppo di altre donne malate e con lo sport riprendersi è più facile». Sono le idee che condividono le Pink Ambassador di Fondazione Umberto Veronesi, donne operate di tumore al seno, utero o ovaie che, dopo la malattia, hanno accettato una nuova sfida: partecipare a una corsa competitiva e diventare testimonial dell’importanza della prevenzione, contribuendo attivamente alla raccolta fondi a sostegno della ricerca scientifica sull’oncologia femminile.
Come diventare Pink Ambassador
«Il nostro motto è “Niente ferma il rosa, niente ferma le donne” – racconta Alice -. E non si tratta solamente di uno slogan: il progetto di Fondazione è nato con l’obiettivo di dimostrare che dopo la malattia si può tornare a vivere più forti di prima. Tutte noi Pink, dopo la malattia, abbiamo accettato una nuova sfida: partecipare a una corsa competitiva e diventare testimonial dell’importanza sia della prevenzione, contribuendo attivamente alla raccolta fondi a sostegno della ricerca scientifica sull’oncologia femminile, sia dei benefici che l’attività fisica può avere su mente e corpo, prima di ammalarsi e anche dopo». Alice si è candidata ed è stata selezionata nel 2021, ma il progetto è sempre attivo: fino a domenica 12 marzo 2023 è infatti aperto il reclutamento di donne operate di tumore al seno, utero o ovaie, che abbiano concluso le terapie entro settembre 2022, attraverso l’invio della propria candidatura sull’apposito form, per partire con gli allenamenti ad aprile 2023. I gruppi verranno attivati solo al raggiungimento di un numero minimo di 20 partecipanti e nell’ultima edizione hanno interessato 20 città italiane.
Un tumore all’ovaio a 28 anni
Alice abita a Vigevano, ma nel 2012 era in vacanza in Toscana quando è stata male. «A causa di dolori addominali fortissimi sono andata al pronto soccorso – ricorda -: avevo un’emorragia interna. Da lì è partito un iter di controlli che mi ha portato a una diagnosi di carcinoma all’ovaio. A soli 28 anni sono finita in un tunnel durato quasi due anni: tre interventi chirurgici e a seguire chemioterapia perché il tumore era già in stadio avanzato. Mi hanno dovuto asportare utero e ovaie. Bisognava fare in fretta, avevo paura. Non mi è stata spiegata l’importanza di sottopormi a tecniche per preservare la fertilità e poter diventare mamma in futuro. Io all’epoca, tra timore e incoscienza dei 20 anni, non ci ho pensato. I miei genitori sì, ma io ero troppo spaventata e volevo iniziare le terapie oncologiche… Oggi però ho comunque una vita piena di bambini e adolescenti, dai miei nipoti a quelli della Caritas dove lavoro come educatrice».
Diventare genitori
Ogni giorno in Italia vengono diagnosticati più o meno 40 nuovi casi di tumore (di vari tipi) in pazienti, maschi e femmine, che hanno meno di 40 anni. I giovani «survivors» oncologici, in aumento grazie ai progressi nella diagnosi precoce e nelle terapie, oggi possono sperare in un futuro fertile grazie alle diverse tecniche di conservazione messe a punto dai medici, ma è fondamentale che pazienti e genitori vengano correttamente informati prima di iniziare le cure anticancro che possono compromettere per sempre la possibilità di diventare genitori. «Sono una donna serena, consapevole del percorso che ho fatto – racconta Alice -. Ho elaborato la paura, la rabbia e i sentimenti negativi. Mi concentro sugli aspetti positivi: ho un marito che mi ha conosciuto e scelto sapendo che non avrei potuto dargli figli. Ho una vita piena, una lavoro che amo e il gruppo di Pink Ambassador, un grande sostegno. Per questo voglio mettere la mia storia al servizio di altre ragazze che oggi stanno vivendo quei momenti bui. Io sono qui a dire “ce la puoi fare”».
Lo sport di gruppo
Alice non era una sportiva, correre non le è mai piaciuto, confessa. Quando ha deciso di candidarsi al progetto di Fondazione Veronesi ha deciso di lanciare una sfida a sé stessa: se aveva superato le terapie anticancro, poteva anche correre una mezza maratona, no? Così ha trovato una nuova dose di benessere e quella che lei stessa definisce un’altra grande famiglia: «Ho incontrato donne con storie simili alla mia, non c’è stata competizione, ma sostegno reciproco. Ho compreso l’importanza dell’attività fisica non solo per il corpo, ma anche per la mente. Ero stanca, facevo tanta fatica, ma mi sentivo meglio. E ho scoperto quanto è bello sentirsi parte di un gruppo, quanto può aiutarti. Siamo orgogliose della nostra maglietta rosa: far parte delle Pink Ambassador significa far capire quanto è utile la prevenzione e quanto sia indispensabile la ricerca scientifica, perché è grazie a quella che io, che noi, siamo vive».
Test genetico
E proprio per fare prevenzione Alice sta per sottoporsi al test genetico per la ricerca della mutazione dei geni BRCA: la spiegazione del suo tumore all’ovaio in età così giovane potrebbe essere scritta nel suo Dna, visto che in famiglia ci sono state altre storie di cancro a utero e seno «Se risultasse positivo sarei a elevato rischio di cancro al seno, dovrei farmelo per precauzione… l’idea non mi entusiasma, ma poter giocare d’anticipo contro il cancro è pur sempre una fortuna».
7 marzo 2023 (modifica il 7 marzo 2023 | 13:28)
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