Il cantautore in partenza per il nuovo tour: A 71 anni vivo sempre la vita con intensit e adesso penso che in fondo dal futuro non possano pi arrivare grandi fregature. Non mi sono mai sentito una rockstar, per senza concerti non posso stare
Questa intervista a Vasco Rossi stata pubblicata su 7 in edicola venerd 12 maggio
Vasco diventa poesia. In inglese…
Lo devo a Emilio Mazzoli (il gallerista che ha scoperto Basquiat ndr ), personaggio straordinario con un’apertura mentale incredibile. Vivere sar una pubblicazione in edizione limitata (in uscita dopo il tour con la prefazione del poeta Nanni Cagnone ndr ) con anche delle grafiche stupende che illustrano testi di canzoni e altri miei scritti.
Siamo alla vigilia del tour estivo, 10 date, negli stadi ovviamente e altrettanto ovviamente sold out, e Vasco Rossi si racconta nel suo quartier generale bolognese sulla via Emilia. Parto e non torno a casa fino a fine tour: un lungo viaggio dove si vive in un’altra dimensione con orari precisi e un clima mentale particolare. Ricomincio lo show dell’anno scorso, con una scaletta diversa e anche qualche cambiamento nella band, ma vado dove non suono da tempo, Bologna, Palermo, Salerno, e ripasso da Roma.
Giovane promessa, solito str…o, venerato maestro. In quale delle fasi della carriera teorizzate da Arbasino senti di ricadere?
Io parto da giovane str…o. Ero una testa di c…o. Dire che sono diventato un poeta eccessivo. Io faccio canzone d’autore, che chiamo cos per distinguerla dalle canzonette degli Anni 60: un tipo di arte moderna che mette insieme poesia e musica.
AFFRONTO LA VITA CON UNA CERTA INTENSIT, NON CERCO UNA VITA SICURA, PIATTA E TRANQUILLA. NON SAREI IN GRADO DI VIVERLA. MI SENTO SEMPRE UN RAGAZZO DI 15 ANNI. DUE ANNI FA MI SONO LUSSATO UNA SPALLA LANCIANDOMI LUNGO UNA SCALINATA IN MOUNTAIN BIKE
La cultura considera la poesia una forma di espressione artistica alta e la canzone bassa…
A me non piace nemmeno chiamarla musica leggera. qualcosa di pesante: commuove, convince, sostiene, comunica emozioni forti e potentissime. A scuola la poesia non mi piaceva troppo. C’era questa cosa del doverle imparare a memoria e poi le consideravo cose sempliciotte tipo “la donzelletta vien dalla campagna…”. Ne ho capito il valore dopo aver scoperto i cantautori. De Andr, il primo, mi ha aperto un mondo. Poi De Gregori e Guccini.
CON I 70 ANNI SONO ARRIVATO AL PUNTO IN CUI MI DICO “FACCIO QUELLO CHE MI PARE PERCH DAL FUTURO CHE C’ ANCORA NON POSSONO ARRIVARE GRANDI FREGATURE”
Le canzoni in inglese, senza musica. Che effetto ti fa?
Sono solo alla quinta lezione di inglese….
Ma come, passi mesi a Los Angeles!
Sto sempre con un gruppo di italiani e sono troppo pigro per imparare. Da qualche mese per, durante gli allenamenti del mattino sull’ellittica, mi piazzo il tablet davanti e seguo le lezioni su YouTube… Voglio arrivare a capire i film in lingua originale.
Hai sentito il traguardo dei 70 anni?
Le cifre tonde colpiscono, ma era stato peggio con i 60. Allora sentii suonare la campana. Come la musica che mettono in chiusura di serata nei locali: puoi rimanere ancora, le luci sono accese e non ti buttano fuori, ma… Con i 70 invece sono arrivato al punto in cui mi dico “faccio quello che mi pare perch dal futuro che c’ ancora non possono arrivare grandi fregature”. Non una cifra tonda, ma il Covid stato un momento di crisi perch ho capito che dipendo dall’andare sul palco.
GRAZIE AL BUDDISMO HO SCOPERTO CHE A FARCI MALE SONO I PENSIERI E LE ASPETTATIVE. HO IMPARATO A LASCIAR ANDARE
E come sar se non potrai pi fare concerti?
Spero di morire sul palco… In realt lavoro su me stesso per cercare un senso indipendentemente dai progetti di lavoro. Devi imparare a vivere il momento, il presente.
Aiuta l’amore per la filosofia?
Mi piace leggere, sono una persona curiosa. Ho fatto una scuola tecnica, ci hanno insegnato per tre anni ragioneria, una cosa che impari in una settimana con un corso, e nulla di filosofia. E quindi l’ho scoperta da me.
MIO PADRE MORTO GIOVANE, NON HA VISTO NULLA DELLA MIA CARRIERA. MIA MADRE INVECE FACEVA ENTRARE I FAN IN CASA
E il presente come si cattura?
Per anni ho provato a fare meditazione. Pensavo di sbagliare perch mi concentravo sul respiro e a un certo punto arrivavano altri pensieri a distrarmi. Leggendo Jon Kabat-Zinn, un esperto di pratiche di consapevolezza, ho capito che quei pensieri ci stanno, basta che non li giudichi e che li lasci andare. Da l sono passato al buddismo e ho scoperto che a farci soffrire sono i nostri pensieri, i desideri, le aspettative e gli attaccamenti. Se si fosse diffuso il buddismo, invece di altre religioni, sarebbe andata meglio al mondo.
In un’intervista del 1983 dicesti: Io non diventer mai vecchio, morir prima.
Stavo andando al massimo. Era un periodo di eccessi e di molta creativit. Facevo tutto con l’obiettivo di scrivere canzoni e arrivare al cuore della gente. Vivevo in un capannone nella zona industriale di Bologna, usavo sostanze per stare sveglio due o tre giorni a scrivere canzoni e dormire era come perdere tempo. Ero anche pronto a sacrificare la vita per quello, ma non nel senso che volessi morire o suicidarmi. Mi rendevo conto che stavo esagerando. Ho fatto tutto coscientemente. Non ci sono caduto dentro. Ho vissuto quel viaggio e sono finito contro il muro. Ma non per un incidente stradale.
Che muro?
Quello del bigottismo ipocrita e della caccia alle streghe che mi ha fatto diventare il capro espiatorio di un periodo in cui si facevano praticamente tutti. Sono stato l’unico al mondo a essere denunciato dal suo fornitore (un infame). Venni arrestato e prima che il pm si degnasse di incontrarmi passai cinque giorni in isolamento. Ho usato quell’esperienza per fare reset.
Il Vasco pericolo pubblico…
Sembravo scapigliato e fuori di testa, ma ho sempre avuto le idee chiare. Fino a 20 anni pensavo si potesse cambiare il sistema, dopo ho costruito un sistema mio. Mi sono inventato un lavoro come disc jockey con la radio private e poi partita questa avventura delle canzoni. Ho imparato dai cantautori, ma sono stato il primo, assieme a Nannini e Bennato, a usare il linguaggio del rock in italiano.
La canzone della svolta?
Con Ogni volta ho trovato la mia strada nella scrittura dei testi. Era la sintesi del linguaggio: ti dico una cosa, ma nel modo pi sintetico possibile. Al contrario di quello che facevano i cantautori. Ho cominciato a scrivere Ogni volta pensando che l’avrei capita solo io. Saltavo tutti i passaggi in mezzo, non raccontavo niente. Quando ho visto che gli altri riempivano quei passaggi con la loro immaginazione ho capito che era una magia straordinaria.
La canzone perfetta?
Vita spericolata . Sono andato a Sanremo nel 1983 finalmente felice perch cantavo una canzone che mandava tutti a quel paese, soprattutto i benpensanti. Era il mio “andate a farvi fottere, voglio una vita come pare a me”. Era una vita spericolata non nel senso di drogata, anzi la canzone un inno alla vita. Certo, una vita vissuta rischiando e sbagliando, e di conseguenza imparando.
Ma si pu avere una vita spericolata a 70 anni?
Sono sempre lo stesso. Affronto la vita con una certa intensit, non cerco una vita sicura, piatta e tranquilla. Non sarei in grado di viverla. Mi sento sempre un ragazzo di 15 anni. Due anni fa mi sono lussato una spalla lanciandomi lungo una scalinata in mountain bike, non so cosa mi sia venuto in mente… Mio figlio Luca mi ha fatto la predica… la mia testa resta sempre quella.
Ma tu sei l, al mio fianco/ e mi stringi forte la mano/ E tutto sembra pi facile/ Con te qui accanto a me. La riconosci?
No.
Infatti, ho chiesto all’intelligenza artificiale di scrivere una canzone nel tuo stile…
L’ho fatto anche io (ride di gusto ndr ). E anche in quel caso non mi ci sono visto… Ho detto all’AI che non conosceva bene Vasco e lei mi ha raccontato tutta la mia storia. Che finiva con “ha avuto qualche problema con la giustizia”. Ma vaffa… Poi le ho chiesto di darmi un titolo per un articolo su Vasco: “Eroe del rock italiano: la storia di Vasco Rossi, il ribelle che ha conquistato il cuore della nazione”. Meglio.
Fa paura lo sviluppo di queste tecnologie?
Un AI che aiuti l’uomo utile, ma andrebbe regolamentata subito. Dovrebbe partire il Congresso americano, ma le lobby tecnologiche sono potenti. E anche i social andrebbero regolamentati: per aprire un account devi dare nome, cognome e indirizzo. Ci vuole che ognuno sia responsabile. Anche nel campo delle notizie si vive di balle, la post-verit di Trump… un mondo che capisco fin troppo bene e non mi piace.
PER ME SEMPRE STATO UN GIOCO FARE LA ROCKSTAR. NON PUOI PENSARE DI FARLO VERAMENTE, A MENO CHE TU NON ABBIA PROBLEMI MENTALI. LA ROCKSTAR LA FAI SUL PALCO, QUANDO SCENDI DEVI TORNARE LA PERSONA CHE SEI, ALTRIMENTI SEI FUORI DI TESTA
I cantautori Anni 70 raccontavano il noi, oggi si contano i pelucchi nell’ombelico. Tu negli Anni 80 hai raccontato un io plurale o un noi singolare…
Ero un singolo che parlava di noi… Ho confermato quelle idee istintive negli anni quando con le letture di filosofia ho capito che l’io un’idea falsa che abbiamo, che quando cominci a distruggere l’ego siamo tutti collegati a un noi. La stessa sensazione che sento sul palco quando canto per una persona.
Anche se sono oltre 200mila come a Modena Park?
Quando canti per pi di 10-15 persone non cambia pi. Non conta la quantit.
Un minuto prima di salire sul palco e un minuto dopo l’inizio…
Per me sempre stato un gioco fare la rockstar. Non puoi pensare di farlo veramente, a meno che tu non abbia problemi mentali. La rockstar la fai sul palco, quando scendi devi tornare la persona che sei, altrimenti sei fuori di testa. Quando dietro le quinte sento il pubblico che mi chiama penso che stiano chiamando quell’altro. Che infatti arriva sempre. E quando incontro qualcuno che mi riconosce dico “sono qui in rappresentanza del mito”. Gli sguardi mi lasciano allibito, non mi sento all’altezza di quello che vedono le persone e mi imbarazzo. Sono sensibile, sento troppo.
Vasco fragile?
La mia fragilit la timidezza. Mi sono violentato per salire sul palco. Sono al servizio del pubblico, voglio che si divertano loro. Per anni non mi sono divertito anche se ora l’unico posto dove riesco a essere nel momento, nel presente di cui parlavamo prima.
E come vedi i ragazzi della GenZ? Gli studenti dei licei milanesi hanno scritto una lettera aperta in cui rivendicano il diritto alla fragilit.
La competizione potentissima nel mondo del lavoro, una cosa feroce, non umana. Vedo gli eccessi di questo sistema economico quando sono a Los Angeles, ma credo sia meglio di quello cinese. Questi ragazzi mi fanno tenerezza anche se sono una risorsa, sono pieni di energia. Hanno pi possibilit di essere fragili grazie anche a quelle battaglie fatte da noi perch ci fosse comprensione per il diverso, anche se a livello politico non mi sembra che sia andata cos bene.
La tua generazione era senza santi n eroi…
Negli Anni 70 avevamo avuto eroi. Tipo Che Guevara. Poi io stesso ho cominciato a ridimensionarli. Pensavo che fosse pi facile fare l’eroe che andare a lavorare ogni giorno in fabbrica alla Fiat. Allora diventava meno eroe il Che e pi eroe mio padre che lavorava e basta.
Non l’hai visto invecchiare. Se ne andato nel 1979 a 56 anni…
Mi spiace che lui non abbia visto nulla della mia carriera, credo sarebbe stato orgoglioso. L’avrebbe vissuta come un riscatto. Doveva volermi bene perch all’inizio non stavo combinando un cazzo con un lavoro, il disc jockey, che lui manco capiva cosa fosse.
CON ‘BOLLICINE’ VOLEVO FARE PAURA AGLI IPOCRITI. E POI C’ERA LA PRESA IN GIRO DELLA PUBBLICIT CHE PER ME IL MALE ASSOLUTO DELLA SOCIET: CREA BISOGNI CHE NON ESISTONO, CI FA CONSUMARE PI DI QUANTO ABBIAMO BISOGNO
E mamma?
Con lei stato diverso. I fan hanno iniziato ad andare a casa sua, lei li faceva entrare e mi diceva “tranquillo, ti vogliono bene”. E io “mamma, tu mi vuoi bene; loro me ne vogliono fino a che gli piace il disco”. Per fortuna si presentata solo gente sana e non successo nulla, ma ad un certo punto dovetti far montare un cancello davanti a casa sua.
Bollicine
compie 40 anni. Oggi la Coca Cola vuole essere nelle canzoni, come quella dei Pinguini Tattici Nucleari… Allora un po’ meno…
Mi piacciono quei ragazzi… Per la Coca Cola ai miei tempi voleva denunciarmi per avergli rovinato l’immagine. Sembrava un’allusione alla droga e ci ho giocato apposta. Dicevo Coca e tutti si aspettavano …ina. Volevo fare paura agli ipocriti. E poi c’era la presa in giro della pubblicit che per me il male assoluto della societ: crea bisogni che non esistono, ci fa consumare pi di quanto abbiamo bisogno, crea modelli che non esistono, frustrazioni dalla proposizione dell’immagine di uomini e donne belle… Berlusconi l’ha sdoganata e ha rimbecillito il Paese con le sue tre televisioni. Il problema stato che poi pure entrato in politica.
Temevi che la vittoria del Pds di Occhetto gli avrebbe danneggiato le aziende…
Io gi nel 1975 dicevo ai miei amici comunisti alla radio che bisognava cambiare il nome “comunista”. Mia nonna votava Dc perch con la parola cristiana dentro pensava di guadagnarsi il paradiso. Quando ho visto che il mio voto valeva come il suo ho smesso di andare a votare. Anche la democrazia ha dei limiti. Con la propaganda hanno rimbambito i popoli.
DUE DONNE AI VERTICI DI GOVERNO E OPPOSIZIONE? UN BEL SEGNALE. SE LE DONNE ANDASSERO AL GOVERNO OVUNQUE SAREBBE MEGLIO; GLI UOMINI HANNO IL TESTOSTERONE E PERDONO LA BROCCA
Nel 2021 presentando l’ultimo disco avevi parlato di partiti che agitano la paura…
Non erano ancora arrivati, ma sapevo che sarebbe accaduto e provavo ad avvisare tutti. Adesso sono arrivati.
Questi primi mesi di governo Meloni ti preoccupano?
Moltissimo. Giorgia simpatica ma spero che dopo le dichiarazioni da propaganda elettorale prevalgano le posizioni pi ragionevoli soprattutto per quello che riguarda i diritti civili. Ma facciamo attenzione, lo dico anche a me stesso di non abbassare la guardia su conquiste faticose e ora messe in discussione. La storia ci insegna che quando qualcosa pu andare male… lo far.
Ti piace che ci siano due donne ai vertici di Governo e opposizione?
Un bel segnale. Se le donne andassero al governo ovunque sarebbe meglio; gli uomini hanno il testosterone e perdono la brocca… Non pensavo che dopo quel suonato di Kim Jong-un altro come Putin, tra l’altro a capo di una potenza, minacciasse di tirare bombe nucleari.
VITA – Vasco Rossi nato a Zocca, in provincia di Modena, il 7 febbraio 1952. Il padre Carlino faceva il camionista, la madre Novella era casalinga: fu lei a iscriverlo a una scuola di musica. A 13 anni vinse il primo concorso, l’anno dopo entrato nel suo primo gruppo, i Killer. Ha il diploma di ragioneria.
IL DEBUTTO – Nel 1972 si iscritto a Economia e commercio, facolt che lascer due anni dopo per dedicarsi al lavoro di regista e di attore in un piccolo teatro. Nel 1975 fonda Punto Radio, la prima radio libera italiana. Lavora come dj e nel 1978 pubblica il suo primo album. La svolta arriva nel 1981 con il quarto album dal titolo Siamo solo noi
A SANREMO – Nel 1982 partecipa a Sanremo per la prima volta con la canzone Vado al massimo. L’anno successivo torna con Vita spericolata, che arriva al penultimo posto in classifica. Qui sotto il poeta Nanni Cagnone, autore della prefazione al libro in uscita Vivere
12 maggio 2023 (modifica il 12 maggio 2023 | 08:46)
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