Il leader francese prova a ricucire in Islanda: protegge le frontiere esterne
Nel vento gelido che sferza la capitale islandese, Giorgia Meloni arriva pochi minuti prima di Emmanuel Macron. La premier varca le vetrate del centro congressi Harpa e si ferma davanti alle telecamere. Parla dell’importanza di una Europa unita contro la brutale aggressione russa all’Ucraina e quando le chiedono se a Reykjavik far finalmente pace con Macron, ride e sembra sfuggire: Da qui andr direttamente al G7 in Giappone. Sono lunghe giornate, in cui tutti parlano con tutti. Le ricordano le polemiche che dividono Parigi da Roma e lei risponde fredda: materia che a noi non interessa particolarmente.
Non sembra tirare aria di pace. E invece il vento islandese porta a sorpresa l’appello di Macron a non lasciare sola l’Italia sul dossier migranti e un clima che, nello staff della presidente, definiscono di grande cordialit. Un giornalista francese incalza l’inquilino dell’Eliseo sugli attriti con Giorgia Meloni e il presidente la prende alla larga: Dobbiamo lavorare con tutti i membri della Ue. Ma alla domanda del Tg3 che Macron fa retromarcia rispetto alle uscite ostili degli esponenti del suo governo. Vedr Meloni? Sicuro. qui, la vedr e discuteremo. Ci sono problemi tra voi sull’immigrazione? No, c’ necessita di cooperare per proteggere le nostre frontiere comuni — ricuce il presidente francese —. Spero di poter cooperare con il governo italiano perch non sottostimo che l’Italia, come Paese di primo arrivo, subisce una fortissima pressione e non pu essere lasciata sola.
Parole di riconciliazione, che dovrebbero chiudere gli ultimi incidenti diplomatici e favorire la possibilit di un bilaterale al G7 di Hiroshima. Il ministro dell’Interno Darmanin aveva accusato Meloni di essere incapace di affrontare l’ondata migratoria e Sjourn, capo del partito di Macron, aveva bollato come ingiusta, inumana e inefficace la politica delle prima donna di Palazzo Chigi.
A Reykjavik invece l’uomo dell’Eliseo va a salutare Meloni prima dell’inizio del vertice, scambia con lei qualche idea al volo sulle strategie comuni per fermare i traffici illegali dall’Africa e si appella alla solidariet europea per proteggere le frontiere. Insomma, Macron accorcia le distanze tra Parigi e Roma e si impegna a lavorare con l’Italia. Lo staff di Palazzo Chigi smentisce che la premier abbia mai litigato con Macron, eppure Meloni considera la chiusura dello scontro sui migranti un successo, che aggiunge senso alla sosta di poche ore in Islanda: Sono molto soddisfatta.
La premier, che ha parlato con l’omologo inglese Sunak e con il cancelliere Scholz, nel suo intervento ringrazia Zelensky, intervenuto in collegamento: L’Europa e il mondo libero vi sono debitori. Se l’Ucraina fosse capitolata, non vivremmo una realt di pace. Come invece racconta una cinica propaganda che scambia la parola pace con una invasione. Il Consiglio d’Europa non riuniva i capi di Stato e di governo dei suoi 46 Paesi da ben diciotto anni e questo solo il quarto summit dal 1949. Prima di ripartire (in anticipo) alla volta del Giappone, con sosta tecnica in Alaska, Meloni parla alla tavola rotonda sui Nuovi diritti umani emergenti e firma quel Registro internazionale dei crimini di guerra commessi da Putin: L’Italia ha aderito perch non deve esserci impunit. Per i leader il Registro costringer un giorno la Russia a pagare per le sue responsabilit, attraverso un meccanismo internazionale di compensazione economica che consenta all’Ucraina di rinascere dalle macerie. Il summit si chiuder oggi. Alle tre di mattina la Russia ha lanciato 18 missili, ma tutte le vite sono state protette — ha rivendicato Zelensky raccontando c l’ultimo attacco a Kiev —. Tutti i missili sono stati abbattuti e questo un risultato storico. Quando torner dal Giappone con il volo di Stato, Meloni far tappa ad Astana, in Kazakistan. Per dirla con lo staff di Palazzo Chigi, che non rivela le ragioni della sosta, il giro del mondo in sei giorni.
16 maggio 2023 (modifica il 16 maggio 2023 | 23:07)
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