I fallimenti bancari, mercati in allarme e contromisure della Fed
Ha fatto scalpore sui mercati azionari e obbligazionari di tutto il mondo il fallimento della 16 banca americana, la Silicon Valley Bank e della piccola Signature Bank, anche se le forti oscillazioni di questi giorni delle Borse e dei mercati del reddito fisso risentono anche delle tante crisi che hanno coinvolto le piattaforme di criptovalute. Con il rialzo dei tassi nel 2022 i titoli in portafoglio si sono svalutati e nel caso della Silicon Valley Bank si assistito a una corsa agli sportelli, soprattutto per i depositi di ammontare superiore ai 250 mila dollari, non garantiti.
A giudizio unanime la Fed intervenuta in modo rapido e tempestivo: le banche possono avere accesso fino a $25 miliardi di finanziamenti – a fronte di titoli in garanzia che verranno valutati alla pari (100). Vale a dire al valore pieno di rimborso che avrebbero alla scadenza e senza subire le perdite in cui i bond incorrerebbero — se ceduti sul mercato per far cassa — a causa dell’aumento dei tassi di interesse. Dopo sei aumenti consecutivi dei tassi Usa, passati in un anno da zero al 4,75%, i bond si sono infatti svalutati anche del 20%. Grazie a questa misura della Fed le banche non perderanno soldi se venderanno i titoli in portafoglio.
La rete di protezione sta funzionando: dopo una perdita iniziale del 3-4% le Borse mondiali hanno recuperato. La Borsa di Milano ha chiuso marted in forte rialzo del 2,36 dopo il -4% di luned, anche se il Ftse Mib non riuscito a riportarsi oltre la soglia dei 27mila punti. Decisi rialzi anche per le europe, con Parigi che ha guadagnato l’1,86%, Francoforte il 1,82%, Londra il l’1,7% e Madrid il 2,27%. In calo anche lo spread Btp-Bund, che ha chiuso la giornata a 185 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 4,26 sul mercato secondario. Positivi gli indici americani.
15 mar 2023
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