La trasformazione da tappa a tappetta della Borgofranco d’Ivrea-Crans Montana un colpo di mano dei corridori che rivendicano potere assoluto umiliando sport e spettatori
Non cadeva pioggia ghiacciata (1), non c’erano accumuli di neve sulla strada (2), raffiche di vento impetuose (3), temperature estreme (4), visibilit ridotta (5) o aria inquinata (6). Ieri non si verificata nessuna delle sei condizioni previste dal Protocollo Meteo Estremo che la federazione internazionale ha redatto sei anni fa per tutelare la (sacrosanta) salute dei corridori. La trasformazione da tappa a tappetta della Borgofranco d’Ivrea-Crans Montana un colpo di mano dei girini che hanno minacciato lo sciopero senza pezze d’appoggio regolamentari e senza ringraziare per lo sconto: due terzi del gruppo, in poco pi di due ore di corsa, ha passeggiato a 25’ dal vincitore.
La frase servirebbero regole certe per evitare una situazione simile pronunciata, dopo le doverose scuse, dal sindacalista Salvato non ha senso. Si possono imporre limiti certi nello sci (mai sotto i -20 gradi), la vela (niente regate con pi di 20/30 nodi) o il nuoto in acque libere (16 minima, 31 massima) ma non nel ciclismo dove si pedala per ore in situazioni mutevolissime.
Le sei condizioni del protocollo sono una griglia: gli organizzatori controllano scrupolosamente il meteo e, se esiste il minimo rischio, modificano il percorso com’era stato fatto per la tappa di ieri, eliminando la vetta del Gran San Bernardo a rischio slavine. E anche quando il tempo si imbizzarrisce improvvisamente, c’ una soluzione sicura come alla Sanremo 2013
dove i ciclisti gi in corsa vennero rapidamente caricati sui bus ai piedi del passo del Turchino innevato facendo loro riprendere la gara in luogo sicuro.
La decisione dovrebbe essere presa in accordo tra organizzatori, medici, squadre, corridori e giudici se si verificano le condizioni previste dal protocollo. Ma gli atleti hanno potere assoluto quando paventano uno stop che umilierebbe corsa e spettatori.
Da tempo Rcs Sport chiede a una federazione (sorda e legata a doppio filo al Tour) di poter spostare una settimana pi avanti il Giro per ridurre i rischi di un meteo sempre pi matto. Aspettando l’ok, atleti e squadre faranno bene a rivendicare questioni di sicurezza solo quando necessario per non replicare la pessima figura di ieri.
20 maggio 2023 (modifica il 20 maggio 2023 | 07:29)
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