Il leader di Forza Italia dimesso dopo 45 giorni di ricovero: a casa, l’incubo finito
Riabilitazione respiratoria e controlli serrati quel che attende adesso Silvio Berlusconi, da ieri poco dopo le 13 di nuovo a villa San Martino ad Arcore dopo 45 giorni al San Raffaele, il ricovero pi lungo di sempre, di cui 11 giorni trascorsi in terapia intensiva. Finalmente a casa e il mio ritorno ha riscaldato i cuori della nostra grande famiglia. stato un periodo angoscioso e difficile, ma dopo il buio ho vinto ancora — scrive Berlusconi in serata —. Non mi sono mai sentito solo e ho continuato a nutrire speranza e fiducia.
Il medico di fiducia Alberto Zangrillo e l’oncoematologo Fabio Ciceri fanno i conti con il suo desiderio di andare a casa almeno da fine aprile: in queste lunghe settimane il bisogno comprensibile dell’ex premier di tornare nel proprio ambiente familiare, la voglia di partecipare di persona alla convention di Forza Italia del 5-6 maggio (anche se la testa dai dossier politici non l’ha quasi mai tolta) e il conto alla rovescia fatto partire a cadenza regolare quasi suonasse di buon auspicio fanno sembrare pi volte imminenti le dimissioni. I ben informati sanno, per, che ancora fino a ieri mattina non c’ nulla di certo, tant’ che l’uscita dall’ospedale non viene annunciata ufficialmente.
Difficile fare previsioni la parola d’ordine che accompagna le giornate di Berlusconi al San Raffaele dal 5 aprile, giorno in cui diventa pubblica la notizia della leucemia di cui soffre da tempo, ma che in quel momento si porta con s gravi complicazioni, polmonite e insufficienza renale. Proprio per la difficolt, anzi l’impossibilit, di programmare dal 3 maggio, dopo il settimo bollettino medico che annuncia un quadro clinico stabile e la prosecuzione delle terapie mirate al controllo della malattia ematologica, c’ un blackout di informazioni ufficiali. Cos difficile fare previsioni resta ancora oggi la frase ricorrente ripetuta da chi pi gli vicino per i quali si avvera ci che a tratti pare impossibile: quelle dimissioni in certi momenti forse neppure pi sperate, l’ennesima prova di resistenza di un uomo che ci ha abituato a una narrazione con richiami al miracoloso. Inutile negare oggi che il ricovero del leader di FI al San Raffaele ha fasi drammatiche: per 10 giorni si teme per la vita.
Le giornate sono concitate, gli esami fuori controllo, i globuli bianchi alle stelle, e a complicare il quadro della grave patologia ematologica, ci si mettono anche l’insufficienza renale e la polmonite. La sua vita appesa a un filo. Il medico di sempre Zangrillo, che sfugge in modo maniacale alle telecamere, e l’oncoematologo Fabio Ciceri affrontano la sfida pi dura. I figli sempre presenti, Marta Fascina mai uscita dalla camera d’ospedale, prima al piano -1, poi dal 16 aprile al primo piano del padiglione Q: il reparto solventi diretto dal cardiologo Giulio Melisurgo a quattro piani di distanza dalle sfavillanti stanze dell’ormai noto Diamante che in quest’occasione non sono adatte per il ricovero dell’ex premier.
Il video trasmesso alla convention di FI il 6 maggio e quello con l’invito a votare per le elezioni amministrative del 14 e 15 maggio hanno scenografie studiate nei dettagli, ma non in grado di nascondere la realt di un uomo provato dalla malattia, lunga e difficile, anche se la forza d’animo intatta. Ed quella che probabilmente ha un ruolo non indifferente nel suo ritorno a casa. Una bella notizia. Forza Silvio. Ti aspettiamo sul campo per combattere insieme tante battaglie, twitta la premier Giorgia Meloni. E Il leader della Lega Matteo Salvini commenta: Bentornato a casa grande Silvio! La decisione di uscire dall’entrata posteriore, quella in queste settimane riservata all’ingresso dei figli, con via Olgettina presidiata da agenti della Digos in borghese. In serata il suo messaggio di ringraziamento: L’incubo finito, scrive concludendo la lettera con un Viva la vita, sempre!.
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20 maggio 2023 (modifica il 20 maggio 2023 | 07:36)
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