Lo scorso anno nel nostro Paese sono stati stimati oltre 185.000 nuovi casi di tumore nella popolazione femminile, circa 10.000 in più rispetto al 2019, anno che precede lo scoppio della pandemia. Il tumore del colon-retto è il secondo per incidenza nelle donne, superato solo da quello alla mammella. La ricerca avanza ma ancora oggi l’arma più efficace contro questo big killer resta la prevenzione.
Il New York Times ha recentemente segnalato un forte aumento di diagnosi tra i 20 e i 30 anni. Tra le cause principali gli stili di vita scorretti: “Obesità, fumo di sigaretta e abuso di alcol sono i principali fattori di rischio”, sottolinea Luigi Ricciardiello, docente di gastroenterologia all’università di Bologna e ricercatore Airc. “Questo incremento di casi under 50 si sta registrando anche in Europa. Al momento non riguarda l’Italia, ma considerato l’elevato tasso di obesità nella nostra popolazione pediatrica potrebbe manifestarsi nel tempo se non si lavora sulla prevenzione” ha aggiunto.
Il tumore del colon-retto
In Italia, il tumore del colon-retto rappresenta la seconda causa di morte per cancro over 50. Nonostante le diagnosi siano in aumento, l’adesione allo screening è molto, troppo bassa: 7 persone su 10 non si sottopongono ad una visita di controllo.
Questo tumore ha origine quasi sempre da polipi adenomatosi che impiegano mediamente tra i 7 e i 15 anni per trasformarsi in forme maligne. È in questa finestra temporale che lo screening preventivo consente di fare una diagnosi precoce e agire da salvavita.
La diagnosi precoce
Si esegue con un esame per la ricerca del sangue occulto nelle feci: è offerto gratuitamente dal Sistema sanitario nazionale sopra i 50 anni e si ripete ogni due anni.
La ricerca scientifica
Insieme ad Airc Ricciardiello sta portando avanti una ricerca sull’effetto delle molecole contenute nei grassi omega 3 in unione ad altre molecole, come quelle del tè verde. La loro combinazione infatti, può regolare quell’alterazione che è alla base del cancro del colon-retto.
Ricciardiello e la sua équipe stanno studiando l’azione e l’efficacia di queste sostanze contro lo sviluppo del tumore nei pazienti con un importante obiettivo: ricavarne veri e propri farmaci.
“Negli ultimi 13 anni il mio gruppo si è focalizzato prevalentemente sullo studio della chemioprevenzione del cancro del colon- ha precisato il ricercatore- I lavori svolti fra Dallas e Bologna hanno dimostrato che sostanze naturali assunte con la dieta, proteggono dallo sviluppo di cancro del colon in modelli pre-clinici. Inoltre queste sostanze naturali hanno effetti importanti sui tumori già formati. Questi risultati sono di assoluto rilievo in considerazione della scarsa tossicità, con la possibilità di somministrarle a pazienti ad alto rischio per cancro oppure affetti”.
Domenica 14 maggio nelle principali piazze d’Italia, si potrà acquistare l’Azalea della Ricerca di Fondazione Airc e contribuire a finanziare gli studi dei ricercatori sui tumori femminili.
Airc, la Forza delle donne